Volontari senza Frontiere”, “Area solidale”, persino “Amici di Madre Teresa Giuliani” si erano battezzate le ONLUS che avevamo accesso ai fondi per la”assistenza ai migranti”. Invece erano la ‘ndrangheta che, fra Lodi Milano e Parma, s’era buttata sul business della Bontà. Hanno incamerato illecitamente 7,5 milioni di euro usandone 4,5 per scopi personali.
Molta accoglienza ed assistenza di questi buoni senza frontiere, di questi bergogliani solidali, era diretta all’altissimo scopo umanitario di dare degli stipendi ad avanzi di galera mafiosi fingendo che fossero “volontari” delle ONLUS (strano, ma i volontari dell’accoglienza sono pagati) oppure di godere di “Misure alternative alla detenzione” facendoli apparire come lavoratori di dette onlus. il gip di Milano De Marchi parla nell’ ordinanza dei “pagamenti anomali” in favore di Salvatore Muia (oltre 20 mila euro dalla onlus Milano Solidale), Santo Pasquale Morabito (51 mila euro dalla onlus ‘gli amici di Madre Teresa Giuliani’) e Salvatore Camerino (oltre 20 mila euro sempre dalla onlus ‘gli amici di Madre Teresa Giuliani’).
Non sono nomi bellissimi? “Volontari senza frontiere’, ‘Milano Solidale’, ‘Amici di Madre Teresa’ e ‘Area solidale’: ciascuno è un manifesto ideologico del buonismo, una polemica implicita contro “l’egoismo” di chi ha votato Salvini, la “chiusura”, quelli che costruiscono muri e non ponti. Una perfetta forma di mimetismo nel solco del perfettamente corretto vigente e obbligatorio. Ce ne sono miriadi di onlus con nomi simili, nate per lucrare i fondi che l lo Stato elargisce alla Bontà di chi è accogliente. Tutte le altre, tranne queste quattro, sono veramente buone ed accoglienti, e meritano i fondi che ricevono per alloggiare, rifocillare ed integrare i nigeriani e simili. Viene solo da pensare che onlus che si fossero scelte altri nomi – che so – “Patria”, “Italia solidale”, o magari “Lepanto”, avrebbero avuto difficoltà a succhiare i fondi della Bontà di Stato.
Ché poi niente di particolarmente nuovo: già nel maggio 2017, si scoprì che il Cara più grande d’Europa, quello di Sant’Anna, a pochi chilometri da Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, era gestito dalla ‘ndrangheta. Da nove anni. Con tanto profitto, che “il grande affare dell’accoglienza, ritengono i magistrati, avrebbe fatto fare pace ai due cartelli della mala, quello dei Grande Aracri e quello degli Arena Dragone, che per anni si sono fronteggiati in una sanguinosa guerra di mafia a colpi di bazooka e kalashnikov”. E’ bello sapere che i denaro di noi contribuenti ottiene risultati di pace. Furono sequestrati 89 milioni. Tra gli arrestati c’era Leonardo Sacco, presidente della sezione calabro-lucana della Confraternita delle Misericordie, l”organizzazione che da 10 anni gestiva il Cara, e il parroco del paese, don Edoardo Scordio, che per anni durante le sue omelie ha pontificato sull’accoglienza. Il sacerdote forniva l’assistenza spirituale aii migranti – come tutti i “volontari”, a pagamento: “i magistrati hanno stimato che solo per il 2007 don Edoardo aveva incassato 132.000 euro”. Non vi si inumidiscono gli occhi?
La testimonianza qui raccolta da Il Giornale è rivelatrice. Ascoltatela. Il signor “Michele”, accusato di maltrattamento dall’ex moglie (accusa archiviata) si vede portar via i figli piccoli dalle due assistenti lesbiche della Val d’Enza, Federica Anghinolfi e Beatrice Benati
“Lei non vedrà più i bambini. Li potrà vedere solo in forma protetta, una volta ogni 21 giorni. Perché è omofobo. Deve abituarsi ad accettare le relazioni di genere, perché la legislazione sta andando in questa direzione e lei se ne deve fare una ragione”.
Si vorrebbe credere che tutto si riduca a due malate psichiche chiuse nel loro mondo aberrante, in una lotta allucinata ma personale contro “l’omofobia”. Invece, diventa sempre più chiaro che le due persecutrici sono parte di una organizzazione che si dà come missione preparare il mondo “ad accettare le relazioni di genere” secondo “la direzione che la legislazione sta prendendo”.
Federica Anghinolfi
Qui sotto si vede il programma stilato dal gruppo, molto ufficialmente: la creazione di un “tavolo permanente” fra le istituzioni “per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone LGBT”. Guardate la lista delle “istituzioni” e capite che questi stano creando una specie di campo di concentramento psichico in cui chiudere “gli omofobi” e i bambini di famiglie etero.
La Anghinolfi, lungi dall’essere ritenuta pazza, è stata ascoltata come “esperta” alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza il 14 luglio 2016, insieme a Maria Stella D’Andrea, medico legale e criminologa della AUSL di Reggio Emilia, il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, mentre riferiva – ad un gruppo di deputati PD – che di minorenni “ne abbiamo in carico circa 900, di questi circa 90 sono vittime di abusi sessuali, gravi maltrattamenti, violenza assistita e violenza psicologica.”
Una bambina, Katia (nome inventato) viene strappata ai genitori che si stanno separando e affidata a due lesbiche, Daniela Bedogni e Fadja Bassmaji. La prima è stata intercettata mentre urla alla bambina: “Pensi che? Katia pensa che? Dai dillo! Porca puttana vai da sola a piedi”. Daniela “sbatte la bambina fuori dall’auto sotto la pioggia battente”. Viene così accusata di abbandono di minore.
Fadia, la convivente, alla piccola: “Vuoi fare come i tuoi genitori che hanno fatto delle scelte che hanno fatto tanto male a te? Devi essere diversa”. Poi, dopo aver insultato i genitori della bambina, chiamandoli idioti, alza il tono della voce e minaccia: “Puoi andare a vivere sotto i ponti se vuoi fare quello che ti pare”.
Troppo facile pensare a due altre squilibrate. Invece sono attiviste militanti dell’ideologia che vuole imporre il gender al mondo. Ecco qui che Fadia partecipa con la Anghinolfi a un convegno, durante il Mantova Pride, dal titolo “Uno sguardo accogliente verso l’affido LGBT”.
Ancora una volta: non stiamo parlando di pochi disturbati psicosessuali confinati nella zona di Reggio Emilia. Qui sotto è il manifesto di Baby Pride che si è tenuto a Catania – con “fiabe contro gli stereotipi” per bimbi raccontate da due drag queen, ossia due trans:
Qui sotto una lezione. Come si vede, organizzata dalla CGIL
Dunque, la CGIL è cointeressata al grande progetto di imposizione dell’omosessualità ai bambini? Perché? E’ il compito di un sindacato dei lavoratori?
Ma non solo la CGIL. Qui la dichiarazione di solidarietà al sindaco Carletti, tributatagli dall’ANPI:
Qui trovate un’intervista del 2015 a Stefano Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia, è stato il presidente della commissione regionale d’inchiesta sul Forteto: ossia il precedente psico-lager pedofilo.
Mugnai risponde “”L’enormità della questione, i tanti anni in cui si era sviluppata e i molti livelli istituzionali coinvolti. E che il Forteto era organico al sistema di potere del @pdnetwork in Toscana.”
Era successo ancora una volta nel ’98 nella Bassa Modenese. Quando furono sottratti una ventina di bambini da 0 a 11 anni (alcuni in maternità immediatamente dopo il parto), con l’accusa ai genitori di far parte di una banda di pedofili e assassini satanisti. Alcuni di loro furono condannati in via definitiva e scontarono anni di carcere, altri morirono di dolore o si tolsero la vita di fronte alle accuse, altri ancora, come Lorena e suo marito Delfino Covezzi, dopo anni di processi furono totalmente assolti… Ma anche per loro, come per tutti, il vero ergastolo restò quello di non vedersi mai più restituire i “figli.
Lorena Morselli, una mamma di quella storia da incubo, intervistata da Avvenire: “Si vedono i bambini durante le audizioni protette a Modena, mentre devono rispondere alle domande del gip Alberto Ziroldi, che aveva nominato come periti proprio le psicologhe Cristina Roccia, allora moglie di Claudio Foti, Sabrina Farci e Alessandra Pagliuca, tutti di Hansel&Gretel. Uno dei miei figli parla come un automa, «in cimitero squartavamo i bambini e bevevamo il sangue», a domanda risponde che lui stesso ne ha uccisi cinque, per tre volte a settimana”.
Chiede la giornalista Lucia Bellaspiga: Che cosa l’ha più impressionata in questa nuova inchiesta?
“Di nuovo le stesse situazioni, ma anche gli stessi nomi, gli stessi personaggi. Quando ho letto che tra gli arrestati c’erano anche gli psicologi della stessa onlus che aveva interrogato i nostri figli, e cioè la Hansel&Gretel, ero incredula. I bambini di oggi e i nostri dunque erano stati trattati allo stesso modo, nessuno aveva fermato il cosiddetto “metodo del disvelamento progressivo” applicato da quella onlus? Eppure la Corte d’Appello, quando nel 2014 fummo scagionati, nella sentenza di assoluzione denunciò chiaro e tondo l’impreparazione colossale di quegli “esperti”, poi rimasti al loro posto.
“Ieri si è tenuta la sfilata per la marcia dell’orgoglio lgbtq, assieme al Presidente di Arcigay Gioconda Reggio Emilia, Alberto Nicolini. In tanti gli italiani che erano New York per sfilare insieme. Saranno presenti istituzioni, presidenti, sindaci, associazioni da tutto il mondo. Era presente anche Franco Grillini (nella foto).
L’Arcigay a NEw York, per il Pride Mondiale, con folta delegazione reggiana.
Loro sono “gay” e si divertono. Ma il mondo che stanno imponendo agli eterosessuali e normali non ha niente di divertente: è un universo concentrazionaario dove si devono controllare le carezze che si fanno ai figli, i pensieri , le parole per non farsi accusare di “omofobia”e vedersi strappata la patria potestà. Ovviamente, quando la anormalità è diventata “Un diritto”, è la normalità che diventa delitto. Punibile per legge, “perché la legislazione sta andando in quella direzione e bisogna includere le persone LGBTQ”. La nuova ideologia totalitaria dispone di mezzi di repressione, censura e distruzione della personalità tipici delle vecchie. Il totalitarismo sodomitico ci farà rimpiangere la Rivoluzioone Culturale di Mao come una stagione di libertà..
(Trovo sul web):
“Sembra che anni fa una psicologa a Torino denunciò dei casi come quelli di #Bibbiano e che per questo sarebbe stata mobbizzata e isolata, al punto da farla cadere in depressione e rinchiudersi in casa. Purtroppo è scomparsa. Si chiamava Laura Metitieri.
Questa pover signora ha scritto un libro che resta su internet:
“…Sono stata costretta a interrompere il mio lavoro di psicologa e psicoterapeuta, che svolgevo come libero professionista per i clienti privati, per il Tribunale, per l’Universita’, a causa di una serie di atti intimidatori e vessatori, a me rivolti, che tuttora continuano.
“Ho presentato, sin dal 2012, e nel corso degli anni successivi fino ad oggi, diverse denunce penali, accompagnate da esposti, segnalazioni, istanze, comunicazioni, indirizzate alla Magistratura e alle altre Istituzioni competenti, senza ottenere adeguate risposte. Alcune denunce sono state archiviate con motivazioni false e scorrette, altre sono risultate irreperibili o non consultabili.
“Ho contattato anche diversi rappresentanti politici ed alcuni quotidiani, senza ottenere, anche in questo caso, riscontri positivi.
“E’ stata anche socialmente diffusa la voce di una mia presunta “ insanita’ “ mentale, così da mettere in dubbio l’attendibilita’ delle mie dichiarazioni.
“Spesso accade così quando si cerca di contrastare affari e scambi illeciti direttamente o indirettamente riconducibili a forme organizzate, e istituzionalmente protette, di criminalita’.
“Come le ultime inchieste giudiziarie hanno dimostrato, la criminalita’ organizzata, le lobbies collegate ad associazioni coperte e settori della delinquenza comune collaborano insieme, se così si puo’ dire, per realizzare affari illeciti, espandendosi nel nostro Paese con l’appoggio e i favori della maggior parte della nostra classe politica e delle nostre istituzioni, che ne ricavano sommersi, ma profittevoli vantaggi.
“Così e’ accaduto nel mio caso quando, ad esempio, nel mio lavoro di consulente presso il Tribunale, per molte volte ha cercato di oppormi alla realizzazione di scopi illeciti.
“Penso, in particolare, a quando ho cercato di impedire, talvolta riuscendo, talvolta no, l‘allontanamento ingiustificato di bambini dalle loro famiglie di origine, per essere avviati verso il mercato, illecito, ma legalizzato, che si espande nel sommerso del settore degli affidi e delle adozioni.
“O quando ho cercato di aiutare dei genitori i cui bambini erano vittime di abusi sessuali che non si intendeva riconoscere e perseguire.
“Oppure quando, al contrario, ho cercato di difendere dei miei clienti ingiustamente e strumentalmente accusati, a scopo intimidatorio, di aver compiuto abusi sessuali inesistenti.
“Di fronte alle prime intimidazioni, senza comprenderne le origini, nonostante alcuni suggerimenti allusivi ricevuti all’interno delle stesse istituzioni, mi sono rivolta, ingenuamente e fiduciosa, alle Autorita’, pensando di ricevere risposte pronte ed effricaci.
“Ma ho dovuto, dopo lunghe e inutili attese, rendermi conto di essere in errore.
“Le riposte non sono arrivate, oppure si sono indirizzate ad impedire la prosecuzione delle mie azioni legali e a consentire, se non a sollecitare, la prosecuzione delle attivita’ intimidatorie e vessatore.
“Sono stata quindi costretta alla sospensione della mia attivita’ professionale, da affrontare nell’isolamento, giacche’ quasi tutti, compresa la natura e le origini della mia situazione, hanno scelto di prendere le distanze.
“Durante la sospensione della attivita’ lavorativa, ho iniziato a riflettere sul funzionamento delle nostre istituzioni, sui meccanismi che operano nella nostra comunita’ civile e professionale e sulla natura probabilmente non eccezionale, ma purtroppo ampiamente diffusa in tutti i settori, di quanto stava accadendo a me.
“Approfittando del tempo libero, se così lo vogliamo chiamare, ho iniziato ad approfondire la lettura delle notizie di carattere politico e sociale sui media”.
Il GIP che ha rimesso in libertà @ CarolaRackete si chiama Alessandra VELLA, che con il procuratore di Agrigento Salvatore VELLA, erano accusati di falso ideologico e abuso dall’avvocato Giuseppe Arnone.
Le decisioni della magistratura vanno sempre rispettate. Sia quando piacciono sia quando non piacciono. Questo è il senso della divisione e dell’indipendenza dei poteri dello Stato.
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) July 2, 2019
14 ore fa
Francesca Totolo ha ritwittato Mediterranea Saving Humans
Hanno creato una flotta militare contro l’Italia con la falsa giustificazione di “salvare migranti”.
Il caso Sea Watch delinea i “nemici” dell’Italia
3 luglio 2019
di Gianandrea Gaiani
“La schiera di ‘nemici’,interni ed esterni,con i quali l’Italia deve fare i conti è quindi lunga e agguerrita ma lo scontro sui migranti rappresenta solo 1 dei campi di battaglia sui quali si svilupperà lo scontro”
utorità estere che non solo mettono in discussione la legittimità dell’ordinamento italiano, ma che fanno pressione per una sua applicazione secondo il proprio tornaconto nazionale. A questo punto è chiaro che ad essere in gioco sono alcuni valori non negoziabili delle democrazie liberali, quali la sovranità nazionale, la primazia del diritto e i principi di legalità, cui tutti gli europei si ispirano.
Se una nave battente bandiera straniera deliberatamente non rispetta l’ordinamento italiano usando la forza e allo stesso tempo il nostro diritto di far rispettare la legge viene apertamente messo in discussione da rappresentanti di altri Stati si pone un grave problema di indipendenza politica e di sovranità del nostro Paese. Leggi e confini, costruiti e difesi sia dai padri costituenti che dai nostri avi, anche a costo della loro vita, fin dai tempi del Risorgimento. Non accettiamo pressioni atte a minare la credibilità e la sovranità della nostra Italia”.
Questa lunga dichiarazione, rilasciata il sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi (Lega), dipinge con un’analisi fredda ma efficace i punti salienti e di principio dell’ennesimo “caso Sea Watch”.
Un episodio che certo non altera il bilancio dell’immigrazione clandestina in Italia, in fortissimo calo rispetto agli anni precedenti, ma che ha contribuito a definire in modo chiaro e inequivocabile quali e quanti siano i “nemici” dell’Italia e dei suoi interessi.
Dall’inizio dell’anno al 28 giugno sono sbarcati in Italia 2.601 immigrati illegali contro i 16.566 dello stesso periodo del 2018 (-84,30%) e i 79.154 del 2017 (-96,71%).
Quelli provenienti dalla Libia sono stati appena 773 mentre in 738 sono partiti dalla Tunisia, 664 dalla Turchia, 241 dall’ Algeria e 184 dalla Grecia.
Numeri così limitati non se erano mai visti dal 2011 e sono certamene il frutto delle iniziative del governo e soprattutto del ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, la cui operazione “porti chiusi” e i due Decreti Sicurezza non hanno forse permesso di sigillare del tutto le nostre coste ma hanno contribuito a ridurre grandemente i traffici di esseri umani nel Mediterraneo e i morti in mare (grazie anche all’ottimo lavoro eseguito dalla Guardia Costiera libica) e a indurre i trafficanti a dirottare i flussi maggiori verso Spagna e Grecia.
Ciò nonostante la questione migratoria continua ad assumere un significato sempre più politico, ideologico e affaristico che va ben al di là della lotta ai flussi illegali per diventare un tema su cui attaccare il governo italiano (ieri Marco Minniti, oggi Matteo Salvini) su traballanti basi etiche e morali.
Basi che non riescono certo a nascondere, quasi fossero una foglia di fico, gli interessi legati al business di soccorso e accoglienza che ingrassano una parte importante del mondo delle ong/coop per lo più di ispirazione religiosa e di sinistra.
Non è un caso che questa contrapposizione si sia intensificata, o per meglio dire incattivita, dopo che il Decreto Sicurezza ha ridotto le diarie assegnate a chi si occupa dei migranti giunti illegalmente in Italia da 35 a 21 euro (standard Ue), abbassandone in modo significativo i profitti già ridottisi con il crollo degli sbarchi.
Il caso della Sea Watch e delle altre navi di ong straniere che periodicamente cercano di dimostrare che i porti italiani non sono del tutto chiusi hanno un evidente obiettivo politico: sfidare il governo italiano e dimostrare di essere al di sopra delle leggi degli Stati o più forti di esse e di essi.
Un aspetto quest’ultimo non solo simbolico ma di ampia portata politica: per chi punta a un mondo globalizzato guidato da autorità sovranazionali che rispondono a gruppi d’interesse e puntano al “meticciato” come strumento per la distruzione dei popoli e della loro sovranità espressa democraticamente, è fondamentale dimostrare l’incapacità degli Stati di difendere le proprie frontiere, di imporre e applicare le proprie leggi, di garantire la sicurezza e mantenere gli impegni assunti con i propri cittadini ed elettori.
L’Italia e il suo attuale governo “sovranista” deve quindi fare i conti con questi “nemici” con i quali si scontrò anche Marco Minniti, il ministro dell’interno del PD che per primo cercò di porre un freno ai flussi clandestini e alle attività delle navi delle ong imponendo loro un decalogo ancor oggi ampiamente disatteso.
Le imbarcazioni continuano a spegnere il trasponder per non essere localizzate ogni volta che, certo “casualmente”, stanno per imbattersi in qualche imbarcazione di migranti illegali. Gommoni o barconi spesso privi di motore e quindi rimorchiati dai trafficanti, sempre “per caso” a due passi dalle navi delle ong.
L’offensiva lanciata da questi “nemici” dell’Italia e dei suoi interessi non conosce soste e può contare su ampi supporti presso una parte della Magistratura (manifestamebnte espostasi al fianco delle Ong), i vertici della Chiesa Cattolica (molti meno tra i fedeli come dimostrano le chiese e persino Piazza San Pietro sempre più deserte) e molti media che continuano il processo di eutanasia in termini di credibilità, di copie vendute e audience piegandosi all’ideologia e più che all’informazione.
Il martellamento propagandistico sui “lager libici” cozza clamorosamente con le immagini dei clandestini palestrati e ben nutriti che sbarcano dalle navi delle Ong.
Certo persino il ministro degli esteri Enzo Moavero afferma che la Libia non è un porto sicuro ma la questione è discutibile. La Libia è assistita da Onu, Ue e Italia, copre un’area di ricerca e soccorso riconosciuta, nei porti libici sono presenti in forze le agenzie dell’Onu che assistono i migranti riportati indietro dalla Guardia Costiera libica con oltre 3.500 persone salvate da inizio anno.
Agenzie dell’ONU che in un anno e mezzo hanno già rimpatriato con voli da Tripoli oltre 40 mila clandestini partiti da un aeroporto evidentemente sicuro dopo essere sbarcati in porti evidentemente sicuri.
Chi fosse interessato realmente agli aspetti umanitari dovrebbe battersi per rendere più sicura la Libia e per il rimpatrio dei clandestini da Tripoli, non per il loro arrivo in Italia (sempre e solo in Italia!), che avvenga con trafficanti e ong o con i cosiddetti “corridoi umanitari”.
Inneggiare a una fuorilegge che ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza rischiando di ferire o uccidere dei militari regalerà certo ulteriori consensi alla Lega ma getta il discredito su chi si esprime in tal senso.
In termini politici tra i “nemici” dell’Italia va purtroppo annoverato anche il PD, che dopo aver rinunciato a ricandidare (o ad attribuirgli un rilevante ruolo politico) le sue figure di maggior rilievo, incisività e competenza, oggi non riesce ad andare oltre una progettualità politica da centro sociale (“porti aperti” e “ius soli”).
Basti pensare che vicino alla “capitana” tedesca Carola Rackete, mentre speronava la motovedetta per entrare nel porto di Lampedusa, si trovavano alcuni deputati del PD incluso quel Graziano del Rio che fino al marzo 2018 era stato ministro dei Trasporti e quindi anche della Capitaneria di Porto/Guardia Costiera.
Come spesso è accaduto nella Storia, i “nemici” interni dell’Italia sono spesso al servizio dei nemici “esterni”, oggi Bruxelles, Berlino, Parigi e Madrid, ostili da sempre all’Italia e oggi ancor di più al suo governo, che considerano l’immigrazione illegale uno strumento per mettere in ginocchio Roma.
Quando Minniti chiedeva con cortese fermezza il supporto europeo e che qualche nave dell’Operazione Sophia sbarcasse i clandestini nei suoi porti e non in Italia la Ue non si degnava neppure di rispondere. Oggi che l’Italia ha chiuso i porti (o quasi) e tutti i documenti comunitari parlano di lotta ai trafficanti e stop all’immigrazione illegale, Francia e Germania usano il caso “Sea Watch” per attaccare il nostro governo con argomenti a dir poco strumentali mentre l’Olanda, nonostante i numerosi richiami, ha di fatto finto di dimenticare che la nave “pirata” batte la sua bandiera nazionale.
Il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner, fedelissimo di Macron, sostiene che chiudere i porti viola la legge del mare. Espressione curiosa in bocca ai leader di un paese che ha blindato Ventimiglia bloccando l’applicazione del Trattato di Schenghen e che ordinava alla polizia di “sbolognarci alla chetichella” nei boschi di confine i suoi clandestini.
Anche Parigi ha poi recentemente chiuso i suoi porti alle navi delle Ong come ha fatto anche la Spagna che multa e sequestra le navi che dovessero sbarcare immigrati illegali ma non blocca le ong iberiche che vogliono portarli in Italia.
Il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas, ha avvertito che “soccorrere vite in mare non può essere criminalizzato”. A parte il fatto che paragonare a naufraghi chi paga migliaia di euro i trafficanti peer migrare illegalmente è un insulto a chi per mare ci va davvero per guadagnarsi il pane, è evidente che qui non si tratta di soccorso ma di trasferimento di immigrati illegali sempre e solo verso l’Italia.
Un attacco strumentale all’Italia se si valuta che il governo tedesco ha da poche settimane approvato il cosiddetto “Migration Paket” che prevede espulsione immediata dei migranti illegali, ampliamento della detenzione preventiva per chi entra illegalmente in Germania e taglio del welfare agli stranieri che potranno essere sottoposti a perquisizioni senza bisogno di mandato giudiziario.
“Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L’Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare” ha detto Salvini mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha detto che “abbiamo cercato di far rispettare le leggi italiane e del buon senso. Questo tipo di prepotenza non può essere coperto da nessuno, tantomeno da stati sovrani”.
“Le modalità’ dell’ingresso della Sea Watch 3 nel porto di Lampedusa e la successiva internazionalizzazione del caso segnano un salto di qualità’ nella gestione illegale dei flussi migratori diretti verso il nostro Paese.
Non solo è stata messa a rischio la vita di un equipaggio e la sicurezza di un’unità navale dello Stato, ma autorità politiche di Stati esteri hanno censurato il comportamento del governo italiano, intento ad assicurare il rispetto di leggi approvate da un Parlamento liberamente eletto”.
Dure critiche all’Italia per il caso “Sea Watch” sono giunte anche dai Verdi tedeschi, dal Consiglio delle chiese protestanti tedesche (tra i finanziatori di Sea Watch) e dal degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn.
Persino l’ONU (che già ci manda gli ispettori accusandoci di razzismo) ha avuto parole dure chiedendo all’Italia di far sbarcare i migranti della Sea Watch (strano non l’abbia chiesto all’Olanda) ma il braccio di ferro tra Roma e il Palazzo di Vetro è ormai una costante da quando il governo italiano si è rifiutato di firmare il “Migration Compact”, che di fatto sancisce il diritto per chiunque di emigrare ovunque voglia.
La schiera di “nemici”, interni ed esterni, con i quali l’Italia deve fare i conti è quindi lunga e agguerrita ma lo scontro sui migranti rappresenta solo uno dei campi di battaglia sui quali si svilupperà lo scontro.
Al Popolo Sovrano la Costituzione della Repubblica Italiana piace, perché è semplice, chiara e risponde all’idea di società che tutti abbiamo stampata nel cuore: accogliente e responsabile.
Ma i politici nelle Istituzioni non la attuano. Giornali e TV esorcizzano la sovranità popolare con termini dispregiativi, come sovranismo o populismo, mentre i legislatori calpestano i Principi Fondamentali emanando leggi ingiuste, che li contraddicono in maniera eclatante. Ci raccontano, ignoranti, che sarebbe superata ed avrebbe perso il suo valore, a favore di trattati internazionali incomprensibili e ingiusti, e di consuetudini che fanno comodo solo ai potenti.
Cos’è un popolo senza una legge riconosciuta giusta da tutti e per questo rispettata? Cosa diventa una comunità nazionale se i massimi rappresentanti nelle istituzioni sembrano avere più a cuore gli interessi dei mercati che quelli dei nostri figli?
Non vediamo forse che, perso il rispetto della legge, ci stiamo rassegnando al predominio della forza e dell’inganno?
Da tempo, a causa di leggi elettorali chiaramente contrarie alla Costituzione, già più volte censurate dalla Corte Costituzionale, non abbiamo nelle Istituzioni dei veri rappresentanti.
Chiamiamo dunque tutti i cittadini italiani, oggi, qui, ad una risposta; ad una assunzione diretta di responsabilità, per chiedere di condividere un atto altamente simbolico, volto a restituire legittimità a quel Patto Sociale che deve essere alla base di ogni pretesa di legalità e civiltà.
Lo facciamo chiarendo, senza mezzi termini, che ogni atto emanato da persone che occupano le Istituzioni che non sia rispettoso della lettera e dello spirito di quella Legge Fondamentale, non è altro che usurpazione illegittima: atto di violenza, che merita un’adeguata risposta.
Già con il numero zero della rivista abbiamo distribuito una copia della nostra legge fondativa, invitando tutti a conoscerla per non dimenticare, consapevoli che perfino la scuola e le università, purtroppo, sostanzialmente la ignorano.
Qui, ora, lanciamo una campagna che invita i cittadini italiani ad apporre la propria controfirma in fondo al testo originale, quello già firmato il 12 dicembre del 1947 dal Presidente della Repubblica Enrico de Nicola, dal Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, del Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi e del Guardasigilli Giuseppe Grassi.
Questa controfirma intende rappresentare la formale manifestazione di volontà dei detentori del potere legittimo, i cittadini sovrani, che ribadiscono la vigenza della Costituzione italiana quale modello socioeconomico ben definito, e quale legge indiscutibile ed irrinunciabile, certamente al di sopra di tutte le altre.
Le firme verranno consegnate al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte Costituzionale, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, affinché ne informino ogni persona che operi a qualsiasi titolo nelle Istituzioni, per ricordare loro che sono umili servitori dell’unico vero Sovrano, il Popolo, e che il loro dovere è esclusivamente quello di attuare la Costituzione e difenderla contro ogni tentativo di manipolazione, interno o esterno alla Repubblica.
Ogni associazione interessata a condividere questa iniziativa è invitata a farsi avanti per concordare l’auspicabile formazione di un Comitato Promotore e di Comitati territoriali per la sua diffusione.
Titolo della campagna
LEGITTIMAZIONE POPOLARE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Motto
La Costituzione è il solo documento capace di difendere la nostra dignità di Esseri Umani, liberi e pensanti.
L’appello
Controfirma anche tu la nostra Costituzione, firmata dai nostri Padri Costituenti, a riprova che il Popolo Italiano esiste e sa quello che vuole.
Esiste un ministro dell’Interno? Perché se esiste, invece di inveire a vuoto – e di fatto rassegnandosi – alla decisione GIURIDICAMENTE psichedelica con cui la GIP di Agrigento ha voluto scarcerare la Carola di Sea Watch, avrebbe preso contatto l’ufficio legale del ministero ( ho la sensazione che debba essercene uno) , per far esaminare da vicino l’ordinanza e le argomentazioni giuridice della dottoressa Vella.
Perché quella decisione sia molto, ma molto discutibile. Anzi, contestabile in sede giudiziaria.
Copio e incollo qui parte dell’articolo di Stefano Alì, che circola sul web, e che palesemente è un esperto di cose legali.
Scarcerazione di Carola Rackete: Ordinanza irresponsabile
Sentendo della scarcerazione di Carola Rackete sono rimasto sbigottito e ho voluto verificare gli atti. L’ordinanza è assurda.
Il GIP di Agrigento non ha convalidato l’arresto e ha ordinato la scarcerazione di Carola Rackete. Motivazioni assurde che scardinano l’ordinamento delle Forze Armate.
La giudice nega responsabilità penali fino alla sera del 29 giugno e, in parte, fin qui ha ragione.
Quando a pagina 12 scrive:
Peraltro, l’eventuale violazione dell’art. 11 comma 1 ter – si ribadisce sanzionata in sola via amministrativa […]
dice esattamente quanto avevo scritto nell’articolo precedente: Salvini ha depenalizzato, ma solo per le navi che trasportano clandestini, il “Rifiuto di obbedienza a nave da guerra” (art. 1099 del Codice della Navigazione).
È vero che le sentenze non si commentano. Si rispettano. Però è anche vero che se una giudice pensa di scardinare l’ordinamento delle Forze Armate, allora diventa dovere civico ribellarsi.
Le abberrazioni dell’Ordinanza di scarcerazione di Carola Rackete
Dopo aver proposto l’unica riga che condivido, andiamo alle stranezze.
Sempre a pagina 12, si legge:
Beh, è estremamente strano che si parli di salvataggio e di naufragio.
Qui alcune ricostruzioni che la presentano diversamente:
(Il Migrant Recue Watch dimostra che quellod el 12 giugno “non è stato un salvataggio in mare – è stato semplicemente un altro dei preliivi coordinati (con gli scafisti)..
Peggio: “anche i video diffusi dalla stessa SeaWatch ” mostrano che la Carola e il suo equipaggio si sono prodotti nel trasferimento affrettato ed estremamente pericoloso dei “migranti” dal gommone (in perfette condizioni peraltro) alla nave – al solo scopo di fare prima della guardia costiera libica, che stava arrivando! Sono video “self-incriminating”
1/2 12.06.19 VIDEO released by #NGO#SeaWatch3 shows haste & extremely dangerous transfer of persons to a moving vessel. All to avert the arriving Libyan Coast Guard!
Continua Stefano Alì: “Ma fosse stato solo questo non mi sarei permesso di commentare la sentenza. Potrebbe darsi che nessuno lo abbia fatto notare alla Giudice. Entriamo, adesso, nella sfera di competenza della Giudice Vella: Leggi e sentenze.
La sentenza della Corte Costituzionale citata “mentula canis”
A pagina 11 la Giudice scrive:
Salto sulla sedia!
La Corte Costituzionale può aver mai negato la qualifica di Nave da Guerra a una motovedetta della Guardia di Finanza?
Ma le unità della Guardia di Finanza sono iscritte nel registro delle unità militari e battono la “Bandiera italiana di Guerra”.
Poi noto che la parte virgolettata è estremamente breve. Poco prima aveva riportato nella sua interezza l’intera informativa della Guardia di Finanza.
Si tratta di una sentenza che riguarda l’ammissibilità a un referendum sulla smilitarizzazione della Guardia di Finanza. Referendum che, per inciso, la Consulta ha ritenuto inammissibile.
C’entra come i cavoli a merenda.
Ed ecco il “passaggio incriminato”
(Per la lettura integrale rimando all’articolo originale. Qui mi limito a riportare le conclusioni di Stefano Alì:
“L’argomento del contendere era altro e nessuna parte del Codice della Navigazione è stato giudicato incostituzionale!”! dalla Corte
Anzi, l’articolo 200 è richiamato nella sua interezza dopo aver semplicemente fornito alcuni “spunti”.
Ulteriore elemento di “comprensione”, di cui un Giudice non dovrebbe aver bisogno, è il riferimento agli artt. 5 e 6 della legge 13 dicembre 1956, n. 1409 (Norme per la vigilanza marittima ai fini della repressione del contrabbando dei tabacchi).
La “Giudice” è disattenta? Legge ciò che le pare tralasciando ciò che non conferma i suoi convincimenti politici?
Tenta di scardinare incostituzionalmente l’ordinamento delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine.
Potremmo dire che l’unico riferimento giuresprudenziale che la “Giudice” ritiene «condivisibile» è completamente “inconferente”, per dirla in termini tecnici.
In volgo, sarebbe «non c’entra una beneamata mazza”.
La Corte di Cassazione sulle motovedette GdF quali “Navi da Guerra”
Parrebbe che la Giudice, pur di andare a trovare una frase che potesse consentirle la scarcerazione di Carola Rackete abbia pure “saltato” alcuni importanti orientamenti giurisdizionali.
A me pare un filino più pertinente della Sentenza della Corte Costituzionale. Non pare così alla “Giudice”?
O, secondo la GIP Alessandra Vella, la Cassazione nel 2006 ha emesso una sentenza incostituzionale, secondo la SUA PERSONALE interpretazione della Sentenza della Consulta del 2000?
E che dice a proposito delle imbarcazioni della Guardia di Finanza :
La Giudice spieghi
Travisando le motivazioni della Consulta, si rende conto che, di fatto, ha reso vigenti alcune delle modifiche previste dal Referendum rigettato dalla Corte Costituzionale?
Rifiutando di riconoscere la qualifica di “Nave da Guerra” alla motovedetta della Guardia di Finanza, si rende conto che ha scardinato l’intero ordinamento delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine?
Come mai la Giudice Penale Alessandra Vella risale a una inconferente sentenza della Consulta del 2000 (estrapolandone 4-5 parole) glissando su una conferentissima sentenza della Cassazione Penale del 2006 interamente dedicata all’argomento?
(Viene la curiosità: si può, nell’Italia di oggi, opporsi e far dichiarare nulla le decisione della GIP Vella?
Per Stefano Alì si può fare di più:
Arrestare la Giudice Vella?
Sia mai che qualche Giudice competente per giudicare i giudici di Agrigento apra un fascicolo.
Potrebbe anche considerare quell’ordinanza di scarcerazione di Carola Rackete quale “Delitto contro la Personalità dello Stato”.
Chi invoca l’intervento di Bonafede, non ha capito come funziona l’ordinamento giudiziario”.
Codice Penale LIBRO SECONDO DEI DELITTI IN PARTICOLARE TITOLO I Dei delitti contro la personalità dello Stato Capo I
…ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni. La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche. (ed è il caso della signora di Agrigento)
Ma c’è di più: un’ltra benemerita twitterologa scopre che la dottoressa Vella, cioè la GIPPA che ha giudicato Carola una salvatrice di veri profughi, ha contribuito con versamenti personali alla Seawatch:
MA TU GUARDA… la stessa Alessandra Vella che sostiene finanziariamente la #Seawatch è la stessa che ha giudicato la Seawatch?? oggi la pagina è scomparsa.. interessante quesito.. solo in Italia contro l'Italia pic.twitter.com/1qDQflnJGY
— Patrizia Rametta (@PatriziaRametta) July 3, 2019
La magistratura italiana ha ancora una volta meritato l’alto prestigio etico di cui gode tra la popolazione, essendosi anche questa volta dimostrata rigorosamente “terza” e non diparte, oltreché (si capisce) illustrandosi per la superiore scientificità e professionalità con cui una GIP di Agrigento corregge una sentenza della Cassazione ritenendola, a suo giudizio, incostituzionale.
Ci sarà un giudice in Italia?
Perché umanitari salvatori di naufraghi ne abbiamo.
(Questa foto è vera? La Sinistra a Lampedusa per unirsi alla salvatrice)
Stupefacenti le critiche sulla Lagarde alla testa della BCE: “Non è una economista”. Dopo quel che hanno fatto gli economisti alla Grecia (Barnier e Cottarelli che hanno sbagliato moltiplicatori fiscali provocando il crollo del 26% del Pil) e quello che ha fatto a noi il preside della Bocconi Mario Monti imponendo austerità non necessarie e devastandoci mentre faceva aumentare il debito pubblico, che riteneva sarebbe stao ridotto dalle sue misure crudeli; dopo l’esperienza del tecnico Padoan che a Bruxelles implora Schauble: “Cosa posso fare per ridurre la tua ostilità?”, ancora qualcuno non ha capito che gente sono “i competenti”, i tecnocrati? Gli economisti del Principe?
Il fatto che la Lagarde sia una politica, persino con la fedina penale sporca, ( ha una condannata definitiva in Francia (2016) per corruzione per 400 milioni di Euro) dovrebbe confortare come un buon auspicio. Una che si sporca le mani è meglio dell’asettica disumanità di Mario Monti, Cottarelli & Barnier.
Del resto basta vedere il dispetto con cui il media tedeschi, ispirati dai loro economisti austeritari, commentano la nomina.
Dispetto dei tedeschi
Su Handelsblatt, Sigmar Gabriel (il boss socialista!) freme: la Merkel ha svenduto Jens Weidmann e ha resto un “disservizio all’Europa”.
“Addio all’indipendenza della BCE dai politici”, freme di sdegno un altro, ricordando che non solo la Lagarde è stata ministro delle finanze in Francia, ma che il suo numero De Guindos, è stato ministro delle finanze in Spagna.
“La BCE sotto la Lagarde: la festa potrà durare ancora un po’ ma i pesanti sintomi della sbornia stanno arrivando”, profetizza lugubre Deutsche Wirschafts Nachrichten . La “sbornia” è quella che ha procurato Mario Draghi facendo il quantitative easing, che i media tedeschi sostengono che saranno i tedeschi a pagare. Non volendo ancora riconoscere che Draghi ha salvato l’euro (non l’Italia), che ha fallito nel suo compito assoluto di far salire l’inflazione al 2 per cento, e che occorre allentare.
Il che fa pensare che la Lagarde sarà contestata da Weidmann e ai banchieri centrali satelliti dei tedeschi come, appunto, “Non esperta”, non economista, insomma un intruso. E’ possibile anche che provino a delegittimarla. I tedeschi possono inoltre paralizzare ulteriori quantitative easing firmati Lagarde, semplicemente facendo mancare i Bund , i titoli che la BCE deve comprare per “stampare”.
Perché è certo che la Lagarde, ancor più di Mario Draghi, farà “whatever it takes” per salvare l’euro. Adam Tooze, ottimisticamente, le attribuisce il merito di aver “guidato, al Fondo Monetario, un notevole cambio di orientamento ideologico, allontanatolo dall’ortodossia austeritaria”. Cosa che i greci possono non aver notato. Ma in ogni caso la Lagarde farà ”tutto quel che serve”, ed anche di più, perché è francese e il rapporto debito Pil francese ormai al 100%, e perché lei è euroinomane e serve “salvare l’euro” – Il che significa una cosa: che farà di tutto per mantenere l’Italia nell’euro, perché tutti , al Bilderberg e a Wall Street, sanno che “… un’uscita italiana dall’euro sarebbe un evento molto, molto doloroso per il sistema bancario europeo e quindi mondiale, potrebbe richiedere la più grande ricapitalizzazione bancaria di sempre – più grande degli Stati Uniti nel 2008″ , come ha scandito Steve Sedgwick CEO di Principal Global Investors, al Forum Ambrosetti in Italia venerdì.
Quindi Lagarde ci darà più respiro che potrà – se i tedeschi lo permetteranno – per non provocare l’Italexit. I “sovranisti” italiani sono stati acquietati, sono collaborativi, hanno fato le correzioni richieste dalla UE- insomma si sono rivelati tigri di carta – e la cosa rallegra Bloomberg: la Lagarde “ha anche ricevuto un delizioso regalo di benvenuto dalla coalizione di governo italiana di populisti di sinistra e di destra, che hanno annunciato che intendono fissare un bilancio entro i limiti concordati con la Commissione europea. Nonostante i precedenti vociferazioni in contrario, sembra che non metteranno in discussione uno scontro con l’UE sul fatto che vogliono essere autorizzati a lanciare un grande stimolo fiscale”.
A noi lascerà il guinzaglio lungo – verso l’agonia
Lagarde “ha anche ricevuto un delizioso regalo di benvenuto dalla coalizione di governo italiana di populisti di sinistra e di destra, che hanno annunciato che intendono fissare un bilancio entro i limiti concordati con la Commissione” (Bloomberg) . La foto non riguarda il governo italiano.
Insomma questo governo del cambiamento s’è rivelato una tigre di carta, e la Lagarde lasciarci il guinzaglio lungo, sotto forma di spread diminuito sotto i 200, che ci siamo meritati ritornando nell’ordine.
Per noi significa: prolungare l’agonia. Ma del resto, il popolo italiano non vuole l’uscita dall’euro – ed avrà quel che vuole: la lenta agonia, e poi la catastrofe dell’euro-implosione, inevitabile.
La Lagarde potrà occuparsi, dice Bloomberg, di contrastare “la deflazione”: ecco la parola vietata, che nessuno osava pronunciare: la BCE ha ridotto l’Europa in deflazione. Draghi doveva, per statuto, portare l’inflazione “vicina a 2%”, e ha fallito – come è giusto, in quanto “economista competente”, disumano.
Si chiama deflazione, ed è invincibile
Perché come si può contrastare la deflazione quando, scrive Ashoka Mody, “la piaga dei lavori temporanei e poco retribuiti attraversa l’intera zona euro-meridionale? Quando i dati dell’EFKA (Istat greco) mostrano che un greco su 3 è occupato in lavori part-time in cui guadagnano in media meno di 400 euro al mese?”
“Quando Nuno Mendes, un impiegato pubblico portoghese di 40 anni, vive con contratti di sei mesi in sei mesi? Guadagna 1.200 euro al mese. Le banche non gli darano mai un mutuo. “Tutto nella mia vita è in attesa – avviare una famiglia, fare progetti a lungo termine”, dice
“Come volete che si esca dalla deflazione quando in Italia, il numero di italiani che non trovano lavoro a tempo pieno è più che raddoppiato, passando da 756.000 nel 2007 a 1,8 milioni nel primo semestre dello scorso anno?”.
Ursula von der Leyen: contro la spesa pubblia italiana.
Questa piaga del Meridione d’Europa che ha salari sempre più bassi, al limite della sopravvivenza, anzi ormai sotto i limite, tanto da provocare la denatalità e la disgregazione della società, è il prodotto delle austerità non necessarie a cui ci ha obbligato la gestione Draghi-Weidamnn della BCE, con tutto il codazzo di esperti e competenti.
Ora la Lagarde aumenterà l’inflazione? Intanto, quando la deflazione è instaurata, è quasi impossibile vincerla – e noi al Sud già ci siamo. Poi, la signora francese avrà da vedersela con la signora tedesca messa a capo della Commissione: che, dura, ha intimato ancora una vota all’Italia di fare i compiti a casa – austerità! Fino alla morte (anche dell’ultimo tedesco).
Germania – Bund a tass negativi, significano che le aspettative d’inflazione stanno inabissandosi, ed è la deflazione che si è instaurata. Ma Berlino vuole più austerità…cioè più deflazione.
Sarà una bella battaglia, per noi tornati al guinzaglio, a cui assistere. Speriamo che accelererà l’esplosione dell’euro-zona. Speriamo presto, perché più tempo passa al guinzaglio dell’euro, più perdiamo attività industriali, agricole, economia produttiva e competenze per la ripresa quando dovremo uscire dalla gabbia.
Esplosione comunque inevitabile, secondo Andrea Mazzalai: quando tutto il mondo è entrato nei tassi d’interesse negativi – ossia quando per prestare, ci si perde – vuol dire che è cominciata la fase finale della “deflazione da debiti”, quella per cui per quante centinaia di miliardi le Banche centrali iniettino, l’economia non cessa di decrescere –
“se i tassi negativi sono così utili, perchè Giappone e Europa sono in condizioni miserabili?” dice Mazzalai:
Questa terza bolla è la più grande di tutte, ma non la vedono. La BCE sta esaurendo le obbligazioni sovrane da comprare, secondo le regole attuali. Lagarde dovrà inoltre affrontare un test importante riguardante i deficit di bilancio e il debito in Italia e il deficit nel suo paese, la Francia.
Non rispondono ai magistrati alzando un muro di omertà, cinque dei sette indagati nell’inchiesta sul giro di affidi illeciti di minori nei Servizi sociali dei Comuni della Val d’Enza, in Emilia Romagna, inchiesta che ha investito in pieno il Partito Democratico con l’arresto eclatante di Andrea Carletti, sindaco pd di Bibbiano, accusato di falso e abuso d’ufficio svelando un sistema ideologico per togliere i bimbi ai genitori naturali e consegnarli ai propri amici.
Oggi, oltre a Carletti, interrogato per due ore, dovevano essere ascoltati dai magistrati – il gip Luca Ramponi e il pm Valentina Salvi – altri sei indagati. E cinque si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
L’interrogatorio di Carletti, attualmente agli arresti domiciliari, è durato oltre due ore. E il suo legale, l’avvocato Giovanni Tarquini, ha chiesto la revoca della misura cautelare sostenendo che il suo cliente ha fornito chiarimenti sulla sua posizione. Ma il gip – il cui parere è condizionato a quello della pm che si è presa un paio di giorni per decidere – si è riservato.
In queste ore gli ispettori del ministero della Giustizia, spediti dal ministro Alfonso Bonafede e guidati dal capo dell’ufficio, Andrea Nocera, hanno setacciato il Tribunale dei Minori di Bologna e la Procura di Reggio Emilia investite dalla vicenda dell’affido pilotato di minori.
«Dall’indagine – ha detto Bonafede rispondendo alla Camera a un’interrogazione della deputata Benedetta Fiorini – emergerebbe un’inquietante rete criminosa ordita a danno di minorenni. Gli ispettori del Ministero si sono già recati al Tribunale dei Minori di Bologna e alla Procura di Reggio Emilia per verificare la correttezza dell’operato giudiziario in sede di affidamento dei minorenni. Posso garantire che non ci sarà nessun sconto da parte della giustizia, che sarà inflessibile».
«Questo governo ha ristabilito in Italia il principio della certezza della pena come cardine inderogabile, a maggior ragione, se sono coinvolti dei minori», ha sottolineato Bonafede ricordando che dall’inchiesta emerge «un’inquietante rete criminosa» che conta 16 indagati sottoposti a misura cautelare.
«Dobbiamo fare in modo di incrociare tutti i dati che arrivano dai diversi uffici giudiziari – avverte il ministro anticipando come svilupperanno gli accertamenti – al fine di poter verificare in maniera più stringente quello che è l’andamento delle situazioni dell’affido dei minori nei vari territori così da poter individuare prima e meglio criticità».
Nel giorno in Vladimir Vladimirovic Putin visita Roma – Il Papa, Bergoglio, senza preavviso, ha regalato alcune reliquie di San Pietro all’arcivescovo Giobbe di Telmesso, capo della delegazione del patriarcato ortodosso di Costantinopoli. Sono reliquie che Paolo VI aveva voluto tenere nella sua cappella privata.
La decisione ha stupefatto tutti, anche perché, El Papa ha consegnato brevi manu e sbrigativamente la cassetta di bronzo con nove frammenti ossei del primo pontefice come un suo regalo privato – di solito il dono di reliquie segue un rituale solenne – ma soprattutto, come ha ben detto l’arcivescovo di Telmesso, “Le reliquie del santo apostolo Pietro furono sempre tenute a Roma. La Chiesa ortodossa non li ha mai richiesti perché non appartenevano mai alla Chiesa di Costantinopoli”, ha aggiunto l’arcivescovo”. Infatti è così. Accade che gli ortodossi rivogliano le reliquie che i Crociati rubarono in Costantiopoli, ma non hanno mai preteso di “avere” Petrus.
Un gesto ”profetico”, certamente, come ha notato il prelato greco. Ancor più profetica la spiegazione di Bergoglio: “Io non vivo più nel Palazzo Apostolico, non uso mai questa cappella, non celebro mai la Santa Messa qui, e abbiamo le reliquie di San Pietro nella basilica stessa, quindi sarà meglio siano essere tenute a Costantinopoli “.
Insomma: tenetele voi, ché a me non servono.
Ovviamente a noi salta alla mente un’altra profezia, espressa involontariamente da un altro sommo pontefice-.
“Uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio”.
Se Bergoglio è “sommo sacerdote”, ha in qualche modo consacrato a sua insaputa una Translatio Petri a Orienten – gravida di significati mistici e geopolitici, di cui nemmeno si rende conto. Non voglio qui evocare la potente ed inquietante mistica della Translatio Imperi ad Orientem, da Roma a Costantinopoli, che nutrì la teologia politica di Dante – fino alla Terza Roma moscovita.
Ma che accada nei giorni in cui Putin è a Roma, ha forse un senso più profondo.
Sulla tesi che Vladimir Vladimirovic abbia chiesto a Bergoglio di consacrare la Russia alla Vergine di Fatima, ho ricevuto una conferma da parte di un sacerdote americano.
Una storia inverosimile, che vi riferisco come l’ho avuta. Sono gli anni in cui un centro religioso, il Kolbe Center, invita a tenere un seminario a Montefiascone il professor John Sanford, un celebre genetista della Cornell University, celebre anche perché ha abbracciato, contro il darwinismo la teoria dell’intelligent design. Sanford arriva con la moglie; entrambi non (ancora) cattolici, vengono accompagnati per la città papale da Hannah Holden, una giovane biologa neoconvertita dal protestantesimo.
Spirito ardente, la giovane Hannah resta a Roma dopo che Sanford e signora sono ripartiti, perché vuol tentare – rispettosamente ma con ostinazione – di aver con Bergoglio una colloquio privato per fargli capire che “l’insegnamento dell’evoluzionismo nelle scuole cattoliche distruggeva la fede della sua generazione”. Scrive una lettera ogni giorno al Pontefice e la consegna in Vaticano. Mai una risposta.
Putin bacia l’icona della Vergine che ha appena regalato al Papa. E’ l’incontro del 2013.
Nel 2013, si apprende che Putin verrà a Roma a incontrare Bergoglio. Il sacerdote americano scrive ad Hannah, che è ancora a Roma, per suggerirle di consegnare all’ambasciata russa una lettera a Vladimir Vladimirovic, in cui spiegherà brevemente che la Santa Theotokos è apparsa a tre fanciulli in Portogallo nel 1917, ed ha chiesto al Papa e ai vescovi di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato, perché ciò avrebbe prodotto una rinascita del cristianesimo nel mondo e un’era di pace.
“E’ il segno”, concludeva la lettera, “che la vostra nazione, mister Putin, è stata scelta da Dio per essere luce per ogni nazione sulla terra. Chieda, la prego, al Papa, di consacrare la sua patria al Cuore Immacolato della Theotokos”.
Hannah va con la lettera all’ambasciata russa, e qui ha difficoltà a spiegarsi coi militari russi di guardia; sono cordiali ma lei non parla né russo né italiano. Uno dei militari le suggerisce di tornare il giorno dopo. Il giorno seguente, il soldato di guardia chiama qualcuno al telefono, poi le fa varcare il cancello. La giovane biologa arriva ad una porta e suona il campanello. All’uomo in camicia bianca e dallo sguardo penetrante che apre la porta, porge la lettera e lo prega di consegnarla, gentilmente, al signor Putin. L’uomo fa sì con la testa, senza dire una parola. Hannah se ne va.
A questo punto bisogna spiegare, dice il sacerdote, che la giovane scienziata Hannah sa tutto di biologia, ma niente di politica. Solo poche settimane dopo, mentre (tornata in America) guarda in tv le Olimpiadi Invernali in Russia, quando le telecamere riprendono in primo piano il Presidente che inaugura i giochi, si rende conto che l’uomo in camicia che le aveva aperto la porta all’ambasciata era Vladimir Putin in persona.
Il prete americano afferma che poco dopo, lui stesso ha saputo per via indiretta, da un sacerdote sudamericano presente all’incontro, che effettivamente Putin ha chiesto al Papa di consacrare la Russia, e Bergoglio avrebbe risposto: “ Non è nei miei programmi”, That is not in my agenda, all’americana.
Nulla obbliga a credere a questa storia. Ma nulla impedisce di riconoscervi una divina sorridente ironia della Mediatrice che si prende cura di questa generazione sciagurata ed ha promesso, contro ogni verosimiglianza, il trionfo del suo Cuore Immacolato. E dispone le cose e le coincidenze, i tempi e gli incontri fortuiti, secondo il grande piano che – sappiamo – non fallirà.
La Madre di Dio di Vladimir
La maggior parte delle ossa di Pietro sono e restano a Roma. Il Vaticano è costruito sopra la sua sepoltura, perché è Lui la Roccia, l’axis mundi. Ma la sua translatio ad Orientem è – forse – una sicurezza nell’eventualità di saccheggi e profanazioni che pur sono stati profetizzati (dalla Vergine delle Tre Fontane) e, ancor più, un pegno e una sicurezza di unione che sarà ritrovata, nel gran giorno della rinascita della fede che oggi è difficile immaginare, e della ritrovata unità della prima alla Seconda e alla Terza Roma.
Un famoso attivista per i diritti dei bambini è stato condannato sei anni e otto mesi per aver abusato sessualmente di un ragazzo negli anni ’60.
“Peter Newell è stato l’ex coordinatore dell’associazione benefica dell’Associazione per la protezione di tutti i bambini. Il 77enne di Wood Green, a nord di Londra, è stato condannato il mese scorso al Blackfriars Crown Court. Ha ammesso cinque violenze sessuali indecenti e gravi su un bambino sotto i 16 anni.
Peter Newell non è un nome qualunque. Ex consulente dell’Unicef, in quella veste ha scritto e applicato la Convenzione dei diritti del bambino, varata a Ginevra nel 1998, ed adottata da tutti i governi del mondo. Centrale in questa è la direttiva, agli Stati, di rispettare la “autodeterminazione” dei piccoli che oggi ne permette la sessualizzazione precoce.
“Peter Newell, ora condannato a sei anni e otto mesi di carcere a causa di abusi minorili compiuti ripetutamente dal 1960 al 1968, va considerato un attivista militante di tale “autodeterminazione.
La sua direttiva sui diritti dei bambini è molto praticata tra gli “umanitari” dediti alla bontà soccorritrice nel Terzo Mondo. Ma MacLeod, ex direttore Onu, ha dichiarato che sono 60 mila i casi di abuso commessi da circa 3.300 operanti nel settore.
I fatti che hanno mandato in carcere il benefattore dei piccoli, Newell, sono venuti alla luce solo ora in seguito a un’indagine avviata nel 2017 in Gran Bretagna dopo che 125 attivisti inglesi operanti in alcune Ong dedite agli aiuti per l’infanzia erano stati accusati di pedofilia. Ma la dimensione del problema è stata resa chiara il 9 febbraio scorso, quando il quotidiano britannico The Times ha pubblicato un reportage che accusa decine di dipendenti della Ong Oxfam di abusi sessuali anche su minori nei paesi in cui venivano realizzati interventi umanitari (fra gli indagati ci sono anche i dipendenti di Save the Children per 31 casi di abusi e di Medici Senza Frontiere).
Ma da venerdì scorso pare che l’abuso di posizioni di potere in Ong che dovrebbero difendere i bambini siano la norma. Il professor Andrew MacLeod, ex direttore del Centro di coordinamento delle emergenze delle Nazioni Unite, ha infatti dichiarato al The Sun che “lo stupro di bambini è stato finanziato in parte dai contribuenti del Regno Unito senza saperlo” (sono 60 mila i casi di abuso riportati negli ultimi dieci anni e commessi da circa 3.300 pedofili operanti nel settore).
Infatti ci sarebbero “decine di migliaia di operatori con tendenze pedofile in giro per il mondo, ma se indossi la maglietta dell’Unicef nessuno ti chiede conto del tuo operato”. E ancora, il problema è “radicato e diffuso in tutto il mondo degli aiuti umanitari”.
Eppure, dopo l’arresto del pezzo grosso, un portavoce dell’Unicef ha dichiarato sorpreso che “siamo profondamente scioccati dalla notizia dell’arresto di Peter Newell. Non sapevamo nulla di questi crimini quando lavorava come consulente dell’Unicef più di 10 anni fa”.
Accadde lo stesso nel 1987 quando il leader dell’Unicef belga, Gilbert Jaeger, si dimise dopo l’arresto di alcuni operatori condannati per pedofilia insieme ad altri colleghi francesi, inglesi e svizzeri.
Nel seminterrato dell’edificio con sede a Bruxelles fu infatti scoperto uno studio fotografico utilizzato per scattare fotografie pornografiche di bambini, molti dei quali di origine nordafricana (furono sequestrate oltre 1.000 fotografie, insieme a una mailing list di circa 400 nomi in 15 paesi europei).
Ma vediamo quanto stabilito dalla “Convenzione dei Diritti del bambino” di Ginevra, poi applicata dal manuale di Newell usato dai vari Stati Onu:
Art 14: “Gli Stati firmatari rispettano il diritto del fanciullo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione”;
Art 16. “Nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata…”.
(Articoli grazie ai quali il Canada l’anno scorso ha approvato una norma per cui i bambini hanno diritti religiosi e sessuali che la famiglia non può contrastare senza essere denunciata);
Art. 24: “Gli Stati firmatari riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici…Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi”. Articolo grazie a cui i genitori che si opponessero, ad esempio, a trattamenti per il cambiamento del sesso del figlio possono perdere la patria potestà o non essere ammessi alle pratiche di adozione.
L’art 24 prosegue poi con una dichiarazione usata per giustificare l’educazione sessuale precoce: “Gli Stati parti si sforzano di garantire l’attuazione integrale del summenzionato diritto”…
Un altro Umanitario. George Brock Chisholm è stato il primo direttore generale dell’OMS. Sosteneva: “Per raggiungere un governo mondiale, è necessario rimuovere dalle menti degli uomini il loro individualismo, la fedeltà alla tradizione della famiglia, il patriottismo ed i dogmi religiosi.”
E’ la “legge” praticata a Val d’Enza
Il lettore riconoscerà qui il tipo di “legislazione che sta andando nella direzione” delle “relazioni di genere”, su cui l’assistente sociale di Val D’Enza, lesbica militante, imponeva di obbedire al padre cui aveva tolto il figlio, accusandolo di essere “omofobo”: quindi già considerandolo un delitto penalmente punibile. S’era portata avanti nella “direzione” additato da questo personaggio dell’Unicef e del suo manuale “umanitario”.
I lettori di più lunga memoria ricorderanno che nel mio Adelphi della Dissoluzione, si citava un romanzo dal titolo Bersagli Mobili, scritto da ”Marc Saudade”, in cui si raccontava di “funzionari dell’ONU, dirigenti delle organizzazioni umanitarie dell’ONU, che fanno traffico di bambini. Bambini e fillettes del Laos e della Cambogia, rifugiati “.
Nel “romanzo”, un funzionario ONU deve giustificarsi, sottoposto a interrogatorio, sull’andazzo delle organizzazioni supernazionali: “..Mancanza di autorità, scarso controllo, frammentazione di corpi fra gruppi ostili. Organizzazioni potenti e segrete, pagamenti che includono anche vite umane”.
C’è anche un funzionario umanitario di nome Benes, che ha appena abusato di una bambina in Laos, e dice a qualcun altro: “Da queste parti questa bambina pelle ed ossa è considerata un’ottima merce. Voglio dire che il denaro e gli esseri umani hanno preso strade diverse. Per un certo tempo sono stati una cosa sola, durante la rivoluzione industriale. Avevi bisogno della gente per fare prodotti. Adesso non c’è più bisogno di corpi umani per fare prodotti. Allora li usi diversamente, ne fai commercio, guerriglia, li sprechi”.
Il libro è del 1984. Il globalismo capitalista era ancora lontano dai trionfi senza limiti di oggi; guerriglie, nel mondo, non erano tanto dilaganti quanto dal 2001, istigate ed armate dall’Occidente …. Bisogna riconoscere che Marc Saudade aveva descritto con precisione non solo i costumi degli “umanitari internazionali” e dell’alta finanza, ma il loro progetto: “sprecare” popoli divenuti superflui, in “guerriglie” e in”commerci” sessuali, e in processi di estinzione.
Potrà stupire che sodomiti, pederasti e pedofili si siano arruolati in massa come migliori agenti? Qualunque funzionario ONU che ha figli e famiglia fa difficoltà ad essere spostato in Ucraina o in Sudan del Sud, in Mozambico o in Kosovo, costa di più; il sodomita è libero, disponibile e gonfio di eccitante aspettativa per i bambini da curare. E’ cosa che da giornalista ho constatato decine di volte.
Ora vediamo che uno di loro ha plasmato le direttive supernazionali che mirano a trasformare l’umanità (sprecabile) secondo i loro desideri più folli: uno mondo dove l’accusa di “omofobia” non ha nemmeno bisogno di essere provata, perché ad un genitore venga tolto il figlio. Si fanno la psico-polizia organizzata al servizio del globalismo della libertà senza confini voluto dal neocapitalismo post-borghese, del diritto al Piacere. Si fanno carcerieri del GuLag Arcobaleno.
I comandamenti del Forteto – presto saranno norma?
Molto indicativi i “dieci comandamenti” vigenti nella Cooperativa Agricola Il Forteto, quali risultano dagli atti giudiziari. Ricordiamo che il capo Rodolfo Fiesoli è stato ritenuto responsabile, oltre che di violenze sessuali nei confronti di minori, anche del reato di maltrattamenti in concorso con 14 soggetti, per la maggior parte dei quali è intervenuta la prescrizione, che lo hanno coadiuvato nelle regole imposte alla comunità. In particolare: .
Fiesoli, Il Forteto.
nella rigorosa separazione degli uomini dalle donne, anche se legati da vincoli affettivi e uniti in matrimonio;
nella pratica dell’omosessualità anche tra persone minori di età, intesa quale mezzo per risolvere i problemi sessuali dell’infanzia dovuti all’omosessualità latente e nel sostenere l’inferiorità delle donne rispetto agli uomini perché “impure e puttane”;
nel divieto di rapporti eterosessuali;
nella denigrazione costante della famiglia di origine e nell’ostacolare ogni relazione con genitori e parenti, anche non consegnando ai destinatari la posta da quelli proveniente, non passando le telefonate che giungevano e non consentendo a nessuno di fare telefonate private, essendo obbligatorio l’utilizzo del dispositivo “viva voce”;
nel divieto di coltivare rapporti con persone all’esterno della comunità, e di esercitare qualunque tipo di attività ricreativa, culturale, sportiva ed educativa, sostenendo che tutto quello che era fuori era “il male”;
nell’imporre la permanenza ed il lavoro all’interno della comunità e l’accettazione della regola secondo cui quasi tutta l’intera paga derivante dall’attività lavorativa svolta presso la cooperativa il Forteto veniva versata all’associazione omonima ad eccezione di circa duecento euro mensili e nell’inibire di proseguire gli studi ovvero di avviarsi ad un lavoro all’esterno della comunità, tacciando coloro che ne avanzavano richiesta di “essere di fuori”, sottoponendoli alle consuete “punizioni” meglio descritte ai capi che precedono e seguono;
nell’impedire di ricorrere alle istituzioni pubbliche per curare le persone che ne avevano bisogno, nell’omettere di portare le persone al pronto soccorso e nel provvedere Fiesoli R.L. a suturare ferite con ago e filo e Goffredi Luigi a prestare cure odontoiatriche;
8. nel condizionare le scelte di voto in occasione di elezioni politiche ed amministrative, ordinando di votare per una parte politica precisa e sottoponendo chi dissentiva alle solite punizioni per fare accettare le regole della comunità: insulti, chiarimenti ed emarginazione dal gruppo;
nella pratica ossessiva dei “chiarimenti”, cui venivano sottoposte tutte le pp.oo, consistenti in discussioni protratte anche per ore e condotte dagli indagati separatamente con diverse pp.oo., nelle quali si obbligavano queste ultime ad ammettere e confessare, a mezzo di continue violenze psicologiche e punizioni anche corporali, suggerite ed inesistenti fantasie sessuali verso terzi e anche nei confronti dei genitori e dei parenti, violenze ed abusi subìti dai propri genitori ed infrazioni – vere o presunte – delle regole della comunità; discussioni che, in assenza di ammissione e confessione o, in caso di persistenza del rifiuto ad accettare le decisioni e gli indirizzi di pensiero o di condotta della comunità, sfociavano in percosse, costrizioni a stare chiusi in una stanza o immobili in piedi o nell’andare a letto senza cena, disapprovazione, emarginazione e isolamento dal gruppo, attuati anche con pesanti ingiurie (puttana, troia, maiale/a, stupido/a, cretino/a, idiota, grullo/a, bucaiolo/a) e denigrazione della persona in presenza di tutti, in occasione delle riunioni per i pasti alla mensa o delle riunioni serali;
nel minacciare anche di morte coloro che tentavano di sottrarsi alle regole sopra descritte o che le ponevano in discussione, ed aggredendo e percuotendo coloro che, come [OMISSIS], reagivano opponendosi a Fiesoli R.L. e ai suoi atti di sopraffazione fisica, morale e sessuale, con tali condotte infliggendo una stabile e perdurante situazione di sofferenza e di vessazione a tutte le pp.oo., generando nelle stesse una condizione di sudditanza e di soggezione psicologica finalizzata al controllo ed alla gestione della persona e ad ottenere dalle stesse un assoggettamento a Fiesoli R.L. ed al suo sistema di vita comunitario, che comprendeva anche la giustificazione delle condotte sessuali del medesimo, proposte e sostenute come atti “terapeutici e purificatori” dei traumi – veri o presunti – subìti dalle pp.oo.
Possiamo solo ammirare la coerenza con cui il Forteto ha applicato fino alle ultime conseguenze le direttive Unicef sui Diritti del Bambino stilati da Newell. E vedere nel capo un precursore, che fa realizzato compiutamente l’universo concentrazionario Arcobaleno, il mondo chiuso di persecuzione totalitaria dei normali (altresì detti “omofobi”), che le “assistenti sociali” progressiste di Val D’Enza hanno cercato di instaurare. E che adesso difendono con l’omertà (rifiutandosi di rispondere alle domande) e l’appoggio del PD, dell’ANPI, dei cattolici di sinistra.
La Umanitaria – e la sua filosofia
Indignati, immagino, e giustamente dal loro punto di vista: perché quando “la legislazione” sarà avanzata ancora di più “in questa direzione”, i loro non saranno più reati, ma comportamenti “umanitari” nobili, e al contrario saranno criminali punibili quelli che li hanno mesi sotto processo – per aver dato figli degli altri a proprietari di sexy-shop, a omosessuali militanti, a genitori che avevano avuto figli suicidi.
In Emilia Romagna sta giusto per essere approvata – il 9 luglio – la legge regionale “Contro l’Omofobia”. La sola a protestare è l’associazione Pro Vita & Famiglia:
Pro Vita e Famiglia E Congresso Mondiale delle Famiglie Tel: 392 904 2395
“Ci rendiamo conto del pericolo di questo provvedimento?Dopo lo scandalo sugli affidi di minori a Bibbiano, con una legge del genere chi proverà a denunciare anomalie o illeciti compiuti da una coppia omosessuale, come è emerso dall’inchiesta Angeli e Demoni, sarà accusato di omofobia? “
Molto presto, l’ordine repressivo ed aberrante instaurato dalle Anghinolfi e dl Gay Pride sarà nobile e umanitario – appena saranno entrate in pieno vigore – le convenzioni internazionali ratificate dlla Regione. Il GuLag Arcobaleno sarà il mondo perfetto e lanciato verso il progresso.
Per intanto, la Chiesa cattolica segna la strada.
l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego, e il presidente di Arcigay e Arcilesbica di Ferrara, Manuela Macario, a braccetto in Piazza Municipale nel capoluogo estense davanti a dei cartelloni pubblicitari anti-omo-trans-omofobia? Mentre in Germania il celebre settimanale “D
L’Arcigay invitato dall’Arcivescovo di Ferrara mons. Perego al Consultorio Famigliare e “Carola come Garibaldi”
Dalla Pagina Facebook dell’Arcigay di Ferrara:
“Abbiamo accettato con molto favore l’invito all’inaugurazione del Consultorio Familiare Diocesano di Ferrara, dove è stato affermato essere un servizio aperto alla città. Sarà nostra volontà volere partecipare e collaborare con questo centro.“
L’arcivescovo di Ferrara, mons. Perego, è divenuto popolare nei media per questo:
“Sea Watch, Perego: Carola come Garibaldi, intitoliamole il porto di Lampedusa. Il vescovo di Ferrara-Comacchio lancia la proposta dopo l’arresto della capitana Carola Rackete che ha forzato il blocco facendo sbarcare i migranti“.
(Per fortuna ci sono casi più normali, nel PDnetwork)
“
Cognato di Renzi e fratelli: pm chiedono rinvio a giudizio per i milioni destinati ai bambini africani e poi spariti
Chiesto il rinvio a giudizio per il cognato di Matteo Renzi
L a procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per i fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini – quest’ultimo è il cognato dell’ex premier Matteo Renzi – per i presunti ammanchi di denaro destinato ai bambini africani e finiti invece in operazioni immobiliari in Portogallo. Le accuse dei pm Luca Turco e Giuseppina Mione sono riciclaggio, autoriciclaggio e appropriazione indebita.“
„Secondo la procura diretta da Giuseppe Creazzo, i fratelli Conticini, avrebbero infatti sottratto 6,6 milioni ai 10 milioni di fondi donati da enti benefici internazionali alle organizzazioni di cooperazione ‘Play Therapy Africa limited’, ‘International Development Association limited’ e ‘International Development Association’, per assistere i bambini del continente africano con progetti speciali. Le donazioni provenivano da Fondazione Pulitzer, tramite Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali. Secondo l’accusa, il denaro sarebbe stato usato per operazioni immobiliari in Portogallo e acquisto di partecipazioni societarie, anziché nella cooperazione.“
Decisamente, questo pezzo non si lascia terminare: è una grandine di “umanitari” LGBT
ABUSI E COSTUMI – L’EX MINISTRO NORVEGESE SVEIN LUDVIGSEN È STATO CONDANNATO A 5 ANNI DI CARCERE PER AVER ABUSATO SESSUALMENTE DI TRE RICHIEDENTI ASILO QUANDO ERA GOVERNATORE REGIONALE – LUDVIGSEN CHIEDEVA SESSO IN CAMBIO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO. IN CASO DI RIFIUTO, MINACCIAVA L’ESPULSIONE IMMEDIATA E…
…. Secondo la sentenza, dal 2011 al 2017, Ludvigsen chiedeva sesso in cambio del permesso di soggiorno minacciando, in caso di rifiuto, l’espulsione immediata. I giovani – che oggi hanno 25, 26 e 34 anni – hanno raccontato che gli abusi sono avvenuti nella casa del governatore o in stanza d’albergo a Tromso.
Uno scenario raccapricciante, quello che emerge dalle carte dell’ultima inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che questa mattina ha portato al fermo di 38 persone.
L’operazione all’alba
Dalle prime ore del mattino la Polizia di Stato sta eseguendo in diverse citta’ italiane 38 fermi, emessi dalla Dda di Palermo, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti appartenenti a un network criminale transnazionale dedito al traffico di migranti. Individuata a Roma la centrale delle transazioni finanziarie, in un esercizio commerciale dove sono stati sequestrati 526.000 euro e 25.000 dollari in contanti, oltre a un libro mastro riportante nominativi di cittadini stranieri e utenze di riferimento.
Il pentito: Chi non aveva soldi veniva ucciso, i suoi organi prelevati
Chi non aveva i soldi per affrontare il viaggio in barca per l’Italia “veniva ucciso, gli venivano prelevati gli organi che poi venivano venduti ad alcuni mercanti d’organi egiziani”. E’ l’agghiacciante retroscena che emerge dall’operazione ‘Glauco 3’ della Polizia di Stato, che all’alba di oggi ha portato al fermo di 38 persone, emesso dalla Procura di Palermo.
A raccontare i particolari di questo presunto traffico di organi è un collaboratore di giustizia che già nell’operazione ‘Glauco 2’, che aveva portato all’arresto di 24 persone, aveva aiutato i magistrati di Palermo a fare luce su un traffico di esseri umani.
Nuredin Wehabrebi Atta, 32 anni, il pentito, è un trafficante eritreo arrestato nel 2015. Subito dopo l’arresto ha deciso di vuotare il sacco e di raccontare il funzionamento del traffico di esseri umani. L’indagine è coordinata dal Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Gery Ferrara, Claudio Camilleri e Annamaria Picozzi.
SeaWatch, Open arms, Mediterraneo sono complici oggettivi di questi trafficanti. Prendono a bordo solo quelli che hanno i soldi per pagarsi la tratta.
Le parole della portavoce della nave pirata Alex @RescueMed: La barca dei clandestini era in buone condizioni, il problema era che stava arrivando la guardia Costiera Libica a salvarli, dunque gli abbiamo caricati a bordo! pic.twitter.com/CiSeV9VF5i
"Siamo della Protezione Animali". Non solo "Angeli e demoni", dalla provincia di #ReggioEmilia le drammatiche fasi del prelevamento di una bambina dalla casa dei genitori, che chiedono aiuto a #chilhavistopic.twitter.com/Sj3XIp99G3
Assistenti sociali stanno portando via i figli alla madre. Ad un certo punto uno dei due bambini chiede dove li porteranno. La risposta dell’ assistente sociale provoca la protesta strozzata da pianto e disperazione: “Ma io ce li ho i genitori!!!”
La Turchia ha emesso un NAVTEX di preallarme contro la navigazione che riserva una vasta area a sud dell’isola di Kastellorizo, all’interno della piattaforma continentale della Grecia (secondo i greci), per le esercitazioni militari di domenica – mentre i greci si recano alle elezioni generali.
Il Navtex turco ha riservato un’area che si estende dal sud di Kastellorizo verso ovest verso Rodi per esercitazioni che utilizzeranno munizioni vere.
Kastellorizo (in grigio la costa turca)
La mossa arriva sulla scia delle dichiarazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che Ankara prenderà “i provvedimenti necessari” per impedire a Cipro di perforare gli idrocarburi nella sua zona economica esclusiva e le minacce del ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu a Nicosia che qualsiasi tentativo di fermare la Turchia da perseguire i suoi piani di perforare l’area avrebbe incontrato una risposta aggressiva.
“Per noi, questo tipo di minacce da parte dell’amministrazione greco-cipriota sono prive di significato”, ha detto Cavusoglu alla televisione TRT Haber di stato. “Sanno che non possono fare un passo contro di noi e se osano farlo riceveranno la loro risposta come in passato”, ha detto, alludendo chiaramente all’invasione di Cipro da parte della Turchia nel 1974.
Riferendosi alle attività della nave da guerra turca Fatih e alla perforazione pianificata da un altro, lo Yavuz, Cavusoglu ha detto che è prerogativa della Turchia decidere cosa fare all’interno della sua piattaforma continentale. Ha aggiunto che era dovere della Turchia, in qualità di garante, proteggere i diritti dei turco-ciprioti.
Nel frattempo Erdogan è stato citato da Hurriyet mentre raccontava un gruppo di giornalisti su un aereo che stava tornando dalla Cina alla fine di martedì che la Turchia stava prendendo “i provvedimenti necessari” per impedire a Cipro di perforare in quella che è la ZEE cipriota.
“Stiamo prendendo i provvedimenti necessari all’interno della legge e continueremo a farlo”, ha detto Erdogan. “Ma se ci imbattiamo in persone che non capiscono la legalità, sappiamo come parlare la lingua che capiscono”, ha detto. “È inaccettabile che coloro che non hanno diritti legali là provino a fare guadagni”, ha aggiunto.
Erdogan ha anche colpito l’Unione Europea per la sua posizione sulla questione, sostenendo che è influenzata da Nicosia e che non ha finanziato il nord occupato dalla Turchia.
Atene intanto ha – come la Turchia – assunto un nuovo atteggiamento verso la NATO (di cui come la Turchia fa parte).
Recentemente ha rifiutato una intimazione americana, di vietare alle navi da guerra russe la navigazione presso le loro coste. Sembra anche che abbia condotto discussioni preliminari per acquistare sistemi di difesa anti-aerea S-400, dal momento che la Turchia, il suo rivale regionale, se ne sta dotando.
Lo riporta Rai al-Youm, il giornale arabo stampato a Londra (sic), spiegando che poiché la Russia rafforza la sua presenza nel Mediterraneo Orientale fra Siria e Turchia, gli Usa fanno pressioni moloto energiche sugli alleati che hanno nell’area perché impediscano l’accosto alle navi di Mosca. Dio fatto, in seguito alla “amicizia” russo-turca nata per la vendita degli S-400, Ankara ha concesso alle navi militari di Mosca l’accostaggio sulle sue coste. E’ per questo che Atene, inquieta, lo ha cominciato a permettere anch’essa. Frattanto la Spagna, che da tre anni rifiutava al naviglio russo la fornitura di servizi portuali (evidentemente su pressione USA), li ha ripresi.
La Grecia si sente poco difesa dalla NATO nel suo conflitto bilaterale con Ankara, e accusa l’Alleanza di parzialità a favore della Turchia. Gli esperti militari stimano che se la Turchia si stacca dalla NATO e si avvicina alla Russia, anche la Grecia potrebbe uscirneper mettersi sotto la protezione russa, più efficace.
Il concetto di biopotere, insieme con quello di biopolitica, fu enunciato dal filosofo Michel Foucault in un saggio del 1976. In quell’epoca di svolta della civiltà occidentale, Foucalt scoprì il legame tra la sfera dei desideri e quella del potere. Biopolitica significava per il discusso intellettuale parigino l’assoggettamento della sfera vitale degli esseri umani, specialmente della dimensione sessuale, al potere (politico, economico, tecnocratico). In questo senso, il pensatore meo marxista fu un precursore delle attuali derive del relativismo radicale e del neo progressismo diversitario che stanno impregnando l’orizzonte intellettuale dell’Occidente nella sua torsione terminale, nichilista ed ipersoggettiva.
Oggi, è del tutto evidente che il biopotere, autorappresentazione delle élite tecnoscientifiche, cosmopolite e narcisiste, minaccia in modo gravissimo l’intero impianto etico e legislativo tradizionale degli Stati, facendo crollare tutte le costruzioni culturali della nostra civiltà, trascinandola in una particolare forma di anomia. Secondo uno dei padri della sociologia, Emile Durkheim, l’anomia, ossia l’assenza o la carenza di valore della legge, è tipica di periodi di grave crisi o di mutamenti sociali tanto rapidi da non consentire alle norme di tenere il passo con le sollecitazioni e istanze emergenti in settori del corpo sociale, lasciando così senza direzione o punti di riferimento. Enorme è il rischio del biopotere anche sul versante della tenuta normativa dei sistemi costituzionali faticosamente elaborati in secoli di pensiero, azione, tentativi.
Il biopotere, o biopolitica, può essere inteso come il controllo esercitato dal potere reale, cioè dalla società di mercato, sul processo di nascita, riproduzione, condizioni genetiche e morte – anzi fine vita, come prescrive il galateo obbligato politicalcorrettista, degli esseri umani. Per dirla tutta, l’obiettivo strategico del biopotere è il controllo e la gestione totale della e sulla vita umana. Nel suo ponderoso trattato di bioetica, il cardinale Elio Sgreccia, recentemente scomparso, uno dei massimi esperti mondiali della materia, insegna che il biopotere ha due volti. Uno di questi è la lucida, intransigente rivendicazione della dignità e del valore intrinseco di ogni aspetto e momento dell’esistenza di ciascuno. La seconda è la tenebrosa china dell’utilitarismo materialistico, la cui premessa fondamentale è il semplice calcolo delle conseguenze dell’agire umano in base al rapporto costi-benefici, sganciando il fatto naturale della vita da ogni considerazione morale e premessa metafisica.
Il biopotere si rafforza giorno dopo giorno attraverso l’esercizio di tre tipi di controllo. Il primo è il controllo eugenetico. Questa disciplina a cavallo tra scienze naturali, antropologia e etica utilitaria nacque nel XIX secolo in ambiente scientifico positivista su presupposti di razzismo biologico e intellettuale. Ebbero larga diffusione teorie come quella di Cesare Lombroso (1835-1909), scienziato italiano di origine ebraica, improntate sull’origine genetica della “vocazione” criminale, e, in ambito anglosassone, dell’antropologo Francis Galton (1822-1911), legato ai circoli più riservati del potere imperiale britannico, il quale enunciò i principi per una “scienza dei ben nati”. Su tali premesse teoriche, lo stato americano dell’Indiana promulgò nel 1907 la prima legge eugenetica in seguito imitata da molti altri Stati dell’Unione. Erano norme che introducevano la sterilizzazione di coloro che erano considerati anormali, secondo il criterio di esperti in varie discipline- scientifiche e non – investiti di un potere assoluto sulla vita altrui.
Nel progressista Stato di California la sterilizzazione veniva giuridicamente definita una misura profilattica tesa a difendere la salute pubblica e attenuare la minaccia costituita dai “disadattati” e “mentalmente deboli”. Al riguardo, nel 1927 la Corte Suprema degli Stati Uniti confermò lo statuto sulla sterilizzazione della Virginia nel caso Buck contro Bell, riconoscendone la legittimità in nome della “salute collettiva” della cittadinanza. Iniziò così una campagna di sterilizzazione i cui massimi vennero raggiunti tra gli anni trenta e il 1963, che sterilizzò per legge decine di migliaia di sventurati per scopi eugenetici.
Non si comportò diversamente, in quei decenni, la sempre “avanzata” e civilissima” socialdemocrazia nordica, con l’ampia legislazione eugenetica svedese giustificata ideologicamente dal benessere collettivo e dal contenimento dei costi economico sociali di alcuni tipi umani stigmatizzati.
Sulla stessa linea lavorò Margarita Sanger, figura eminente dell’eugenetica americana, pioniera della contraccezione e dei cosiddetti “diritti riproduttivi”. Fu la Sanger a coniare l’espressione “controllo delle nascite”, e a fondare le prime organizzazioni orientate a tale scopo, con lo slogan che la vita avrebbe dovuta essere favorita tra “i più dotati” e impedire la nascita di bambini con il “patrimonio genetico peggiore”. Aprì già nel 1916 la prima clinica per il controllo della natalità, al motto “gli esseri inetti devono astenersi dal procreare”. Evidente lo sfondo razzista e profondamente totalitario delle sue idee, che sarebbero state oggetto di condanna senza appello solo quando furono adottate dal governo nazionalsocialista tedesco. La sua attività si concentrò in campagne nei quartieri poveri delle minoranze razziali nere e latine, per tenere sotto controllo le nascite di quelle comunità. L’attività di pulizia genetica ebbe successo, trasformandosi nel tempo nella più ricca, potente ed influente organizzazione antinatalista della terra, la Planned Parenthood. La realtà odierna non è dunque che la continuazione con migliori mezzi tecnici e più ipocrite motivazioni di tendenze risalenti al pensiero utilitarista.
Il secondo tipo di influsso esercitato dal biopotere è il controllo del mercato sulla vita. E’ tremendo utilizzare il termine mercato, ma la verità si cela con eufemismi. Parliamo delle pratiche genetiche e riproduttive commercialmente redditizie. Il primo grande scandalo si è verificato negli Stati Uniti nel 1993, quando una società industriale ha chiesto di brevettare un carattere genetico estratto da una donna panamense, peraltro senza l’autorizzazione della poveretta. E’ ormai comune la pratica di compravendita privata di prodotti, servizi, tecniche legate alla procreazione, con il corollario di un fiorente mercato a fini di lucro costituito da siti Internet, intermediari, propagandisti, veri e propri agenti di commercio, cliniche specializzate.
Più controversa, ma sul punto di essere accettata con il vergognoso pretesto dell’altruismo, la pratica della fecondazione artificiale di donne – quasi sempre povere e residenti nel terzo mondo- la cosiddetta maternità surrogata, accompagnata da contratti capestro e dalla sconcertante mercificazione radicale del corpo umano. La madre surrogata riceve l’uovo fecondato o dona l’ovulo che sarà fecondato con lo sperma di qualcuno, talvolta il committente, più spesso uno squallido venditore di seme scelto per le sue caratteristiche genetiche. Attraverso queste pratiche, la nascita di esseri umani degrada in ordinazione e produzione di esseri umani, travolgendo la natura, la biologia, la psicologia e il valore etico e sociale dell’essere genitori. Allo stesso modo, interrompe la catena non solo genetica, ma affettiva e comunitaria della condizione di figli. L’essere umano è riformulato per intero con criteri utilitaristici, economici e secondo intenzioni, desideri, ordini di chi detiene il potere e orienta il gusto. Desta orrore il solo esprimersi in questi termini riguardo alla vita umana.
Noleggiare l’utero dovrebbe essere vietato come imperativo morale naturale ; la madre “surrogata” nell’eufemistica definizione di “gestazione per altri” è riconvertita in un bene commerciale da proteggere con specifiche norme contrattuali per il tempo strettamente necessario allo svolgimento del suo triste lavoro zootecnico e poi abbandonare a lavoro eseguito, ovvero a bimbo dato alla luce. Lo stesso nascituro è un prodotto da scegliere secondo i criteri o capricci personali di chi paga il conto, non diversamente da un’automobile o un abito, un essere cui non viene assicurata un’identità familiare e genetica, tanto meno il diritto più grande di tutti: avere un padre e una madre. Si tratta di un attacco brutale, l’arma definitiva contro la condizione umana come l’hanno conosciuta centinaia di generazioni.
Il terzo tipo di controllo che esercita il biopotere è sulla longevità umana, ossia sulla durata naturale della nostra esistenza. La tendenza a controllare, decidere la longevità delle persone, attribuire la data di scadenza come per lo yogurt, attivare o accelerare il processo di morte si è radicata nella confluenza di due fattori: i tassi di natalità molto bassi nei paesi ricchi dell’Europa e del cosiddetto Occidente, con la drammatica diminuzione nella popolazione giovane che un tempo arricchiva, sostituiva e riproduceva le società, nonché il correlato invecchiamento della popolazione. L’interazione dei due fenomeni ha generato un collasso di quello che era chiamato stato sociale, con la perdita della sostenibilità finanziaria dei sistemi previdenziali, pensionistici, assicurativi e sanitari.
La risposta, nella logica dell’utilitarismo della società-obitorio, è la diffusione, attraverso campagne massicce centrate su concetti come qualità della vita, morte degna e simili, dell’eutanasia nella sua forma più ripugnante, ovvero l’incoraggiamento a morire di propria volontà con pratiche cliniche assistite, per malati, anziani, depressi (il caso Pethoven in Olanda è stato solo la punta di un iceberg tragico). Pena di morte praticata senza rimorsi da esperti secondo parametri statistici, analisi costi-benefici, istogrammi dei profitti e statistiche sull’aspettativa di vita in caso di malattie o invalidità.
Inutile indagare su chi abbia finanziato le campagne di opinione: l’elenco è lungo, assicurazioni contro le malattie, centri di ricerca scientifica farmacologica, fondi pensione privati e l’intera compagnia di giro che domina l’Occidente progressista. Tutto ciò, nonostante i progressi della medicina palliativa, le continue intemerate contro la violenza, a favore della tolleranza e del rispetto della vita umana. Proscritta, espulsa dal vocabolario la parola morte, se non accompagnata da aggettivi come “degna”, “dolce”, “assistita” e simili. Politicamente corretti anche nell’ora estrema, non ascoltiamo i numerosi specialisti in medicina terminale che mettono seriamente in discussione tali pratiche con argomenti scientifici.
Dal punto di vista filosofico, giuridico e politico, il biopotere eutanasico è un attacco decisivo a ciò che resta della tradizione del costituzionalismo occidentale, che ha sempre difeso il diritto alla vita, il cui valore intrinseco è patrimonio indisponibile della civiltà, sottratto al controllo dello Stato e al capriccio umano, ossia indipendente, superiore alla sfera del potere. La torsione antiumana dell’utilitarismo neoprogressista crede e fa credere che l’esistenza intera sia soggetta alla sfera decisionale soggettiva, a partire dal potere di vita e di morte offerto a operatori psicologici, psichiatri, sanitari, ad assistenti sociali, oggi persino, indirettamente, agli “influencer”
La radice essenziale dell’ideologia del biopotere è che la vita è proprietà dell’essere umano autodeterminato o del potere pubblico. Il pendolo oscilla drammaticamente tra due estremi entrambi distruttivi e nessuno, in Europa e in Occidente, nessuna agenzia di senso, neppure la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane che hanno costruito la storia spirituale delle nostra gente, osa ribellarsi seriamente. Eutanasia individuale, eutanasia di un mondo estenuato, o, come ci è già capitato di scrivere, l’inspiegabile sindrome della balena spiaggiata, l’istinto che porta cetacei sani a cercare la morte sulla terra ferma senza ragioni biologiche apparenti.
procedimento penale che vede il ‘profeta’ accusato di violenze sessuali simili a quelle del processo principale, ma ai danni di un singolo minore che frequentava saltuariamente la comunità di Vicchio
La corte d’appello di Firenze ha assolto in appello Rodolfo Fiesoli nel cosiddetto “Fiesoli bis”, un procedimento che vede il ‘profeta’ accusato di violenze sessuali simili a quelle del processo principale, ma ai danni di un solo minore che frequentava saltuariamente la comunita’ di Vicchio, la cui denuncia era arrivata successivamente a tutte le altre.
In primo grado, Fiesoli era stato condannato a 8 anni in abbreviato ma la seconda sezione della corte d’appello ha ribaltato la sentenza, assolvendo il ‘guru’ del Forteto perche’ “il fatto non sussiste”. Il difensore di Fiesoli, avvocato Lorenzo Zilletti, aveva sostenuto che le accuse mosse dalla vittima, minore all’epoca dei fatti, erano inattendibili. La denuncia del giovane giunse quando le indagini a carico del profeta della comunita’ di Vicchio in Mugello. Nell’altro processo, quello principale, Fiesoli e’ stato condannato a 14 anni e 10 mesi in un nuovo processo d’appello. Attualmente è libero in attesa della Cassazione.
Siccome Salvini l’ho votato, e mi aspetto (come la maggioranza degli italiani) che faccia il suo lavoro di difesa dalle ONG scafiste con efficacia e serietà – e siccome comincia a parermi che lo faccia male incassando sconfitte su disfatte – vorrei sapere a che gioco gioca. E non sono il solo:
Salvini ha dunque addirittura respinto l’appoggio che gli è offerto dalla Difesa?
Qui, su Analisi Difesa, un commento del 18 giugno:
“Con il Decreto Sicurezza Bis (D.L. 53-2019) la protezione della nostra sovranità sulle acque territoriali fa un significativo ed ulteriore passo avanti [….]
Il Ministero dell’Interno potrà ora emanare, di concerto con Trasporti e Difesa, provvedimenti per “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi [private] nel mare territoriale… per motivi di ordine e sicurezza pubblica ovvero quando si concretizzano le condizioni di cui all’articolo 19, comma 2, lettera g), limitatamente alle violazioni delle leggi di immigrazione vigenti, della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (CNUDM”.
L’emanazione di concerto con Trasporti e Difesa dei singoli provvedimenti di divieto di accesso (come già avvenuto lo scorso 16 giugno nei confronti della “Sea Watch 3”) ne garantisce anche l’osservanza da parte del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera e della Marina militare”.
“In sostanza, il Viminale dispone ora di un adeguato strumento giuridico per [….] impedire l’accesso nelle acque territoriali italiane a navi mercantili responsabili di attività di soccorso (SAR) in zone di competenza di altri Stati.
Ciò significa che la Trenta HA CONFERITO A SALVINI PURE IL POTERE DI COORDINAMENTO DELLA MARINA MILITARE! (esclama Stefano Alì): è vero?
Il problema però è la formulazione pasticciata del Decreto Sicurezza Bis, stilato da Salvini – sembra senza l’aiuto di qualcuno è più competente.
porta evidenze circostanziate del pressapochismo, abborracciamento e ignoranza di Salvini nelle sue accuse alla Trenta, ed ancor peggio nella gestione dell’emergenza ONG-Scafisti-PD:
“Gli sbarchi sono aumentati e stanno aumentando.
“Nel tentativo di nascondere l’evidenza, ieri qualcuno è arrivato ad attaccare direttamente i propri colleghi di governo inciampando in una gaffe dietro l’altra.
1) Pochi giorni fa sempre il Viminale era uscito con una nota in cui chiedeva chiarimenti circa la posizione di una nave della Marina Militare nei pressi delle coste libiche. La linea degli Interni era che quella nave avrebbe incentivato ulteriori partenze verso l’Italia. Tralasciando la gaffe, piuttosto grande, visto che quella nave si trovava in quell’area per proteggere i nostri militari in Libia
2) Si è chiesto l’intervento della Marina in acque italiane, ma è la Guardia di Finanza a svolgere le funzioni di polizia del mare. Dunque il Ministero dell’Economia, non la Difesa.
3) Ci si è lamentati di non aver ricevuto alcun sostegno, ma è stato il Viminale a rifiutare la proposta della Difesa di trasbordare i migranti a Malta e su questo ci aspettiamo delle spiegazioni.
Perché questi errori (se li vogliamo chiamare così)? La spiegazione di Di Stefano: “Se vuoi fare tutto da solo e non passi mai la palla, se tieni lo sguardo fisso a terra senza accorgerti mai dei tuoi compagni, in porta non ci arrivi mai. Se ti senti Maradona e poi giochi come un Higuain fuori forma è un serio problema, perché di mezzo c’è il Paese. Non si può dire che è sempre colpa degli altri.
“La sicurezza delle nostre coste non è uno scherzo. Non sono le interviste o le comparsate in TV a risolvere l’emergenza. Serve giocare da squadra, serve fare le cose. Una ad esempio è il nostro emendamento al decreto Sicurezza che permette la confisca immediata dell’imbarcazione a chi entra nelle nostre acque violando la legge, prima non era previsto. E lo abbiamo constatato già in molte occasioni. C’è il sequestro, poi il dissequestro e infine la nave torna in mare a provocare l’Italia”.
Non si può non essere d’accordo: comparsate in TV e blaterazioni su Facebook sono anzi controproducenti. Si sente il bisogno che Salvini chiuda la bocca.
Quanto poi alla “narartiva” secondo cui i 5 Stelle sarebbero per l’apertura dei porti il loro sottosegretario agli Esteri ribatte:
“Il MoVimento 5 Stelle ha una linea chiara sui migranti, ribadita in più di una occasione: – Stop arrivi in Italia fin quando non si rivede il regolamento di Dublino e il principio di chi prima accoglie poi gestisce; – Un piano Marshall per l’Africa per evitare le partenze. Investimenti, relazioni internazionali, formazione di imprenditori; – Sanzioni a chi non accetta le quote di migranti in Europa;
Infine, un’accusa:
“Vi siete chiesti il perché nessuno abbia pensato di mettere un punto? Forse è per lo stesso motivo per cui è stato rifiutato l’aiuto della Difesa? Forse c’è qualcuno che finge di combattere un problema ma in fondo vuole che tutto resti com’è perché gli porta consenso?”
(qui il post:)
Insomma ricapitolando: La Marina Militare era per trasportare i “migranti” mentre ancora fuori dalle acque territoriali a Malta – Salvini ha rifiutato
“Malta aveva già dato OK allo sbarco. Il veliero Alex ha detto che era troppo lontano, meglio Lampedusa La Trenta ha detto: metto a disposizione la Marina Militare per sbarcarli velocemente a Malta che ha dato l’OK Salvini ha detto NO” (Stefano Alì)
Decreto Sicurezza-TRIS??
A me sembra che queste considerazioni e accuse siano concrete. Dopo la pronuncia della GIPPA, la situazione da seria si fa grave: nulla impedisce più che arrivino decine di navi di ONG coi loro aerei e droni d’appoggio, i loro contatti con gli scafisti (evidenti a tutti tranne che ai nostri “giudici”), e coi loro ministri degli Esteri (Seehofer) a fianco a sfidare Salvini in odio all’Italia, ed a riempirci di centinaia di migliaia di negri equatoriali, la cui pericolosità, non integrabilità e criminalità (organizzata) dovrebbe essere chiara a tutti, ma viene negata dal Nemico interno coi suoi media e i suoi magistrati – ebbene: se Salvini è inadeguato, che lo stato maggiore della Lega lo affianchi a un gruppo che lo aiuti a lavorare. Altrimenti qui finiamo per veder realizzata la profezia di Gustavo Rol.
La giornalista Rai Angela Caponnetto ci racconta che i clandestini super muscolosi che sbarcano sulle nostre coste sono così perché “usati per i lavori forzati”. Non so se ridere o piangere, giudicate voi… pic.twitter.com/9ssgtBUVdq
Palpa il seno a poliziotta e si masturba davanti a lei
giudice: fatto di lieve entità. E lo rilascia
il senso dello Stato della nostra magistratura: vilipendio a pubblico ufficiale, cosa è?
Pubblicato il: 12/06/2019 14:12
“Vagava nei pressi della stazione di Reggio Emilia quando è stato fermato e condotto negli uffici della Polfer per accertamenti di rito. Lì, un 28enne extracomunitario ha dato in escandescenze e, dopo aver palpato il seno di una poliziotta in servizio, ha iniziato a compiere atti di autoerotismo davanti a lei”. E’ quanto riferisce Stefano Paoloni segretario generale del Sap, sindacato autonomo di polizia. “Lo straniero è stato immediatamente arrestato dai colleghi con l’accusa di violenza sessuale in attesa della convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria – prosegue Paoloni – Nonostante l’accusa gravissima e la presenza di una donna poliziotto oggetto di molestie, il soggetto è stato immediatamente rilasciato, poiché il giudice ha ritenuto il fatto di lieve entità. Può la violenza sessuale essere di lieve entità? Inconcepibile!”. Per il segretario del Sap, “rilasciare chi compie tali atti, significa legittimarlo a continuare. Probabilmente, domani la prossima vittima sarà la figlia o la moglie di qualcun altro.
Non solo Deutsche Bank (18 mila licenziati). “Il 6, 12 e 25 giugno” scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung , “a causa della domanda eccessiva Il sistema elettrico tedesco è sul punto di collasso. I grandi utilizzatori industriali sono stati tagliati fuori dalla rete 100 volte per stabilizzare il sistema”. Il peggio è stato evitato con forniture d’emergenza richieste dai paesi dell’Est.
Si sono manifestati: grave inadeguatezza di capacità, e l’inadeguatezza delle rete di trasmissione. “Questo paese cerca di continuare a funzionare con infrastrutture degli anni ’60” commenta Carola Westermeir, ricercatrice all’università di Amsterdam: “si vede dovunque: trasporti pubblici, strade, scuole, università, infrastrutture digitali tremende…tutto lontano dal loro potenziale. E per cosa? Per perseguire lo Schwarze Null”.
“Nero Zero”, come abbiamo già spiegato, è la volontà del governo tedesco di emanare il bilancio pubblico senza nemmeno un euro di “rosso”, ossia senza passivo, Nessun debito, nessun deficit. Al costo di far deperire le infrastrutture.
“E questo, nel paese che, oggi, potrebbe finanziare la infrastrutture pubbliche prendendo in prestito a tassi negativi” (i “mercati” comprano i Bund anche se rendono meno di zero) aggiunge Daniela Gabor, docente di macro-finanza e banche centrali alla Bristol University: “”E’ l’ideologia che prevale sul buon senso”.
Chiamare ideologia il vizio capitale cui si abbandona l’intera nazione germanica – l’ Avarizia – è forse troppo nobile. Che questo vizio nazionale sia ormai delirante, lo dimostra un recente studio tedesco: la Germania ha un enorme surplus di valuta con le sue esportazioni; le sue banche e speculatori (tipo Deutsche) l’hanno investito all’estero, e non in patria; è il più grande esportatore di capitali al mondo: ebbene, questi colossali investimenti esteri hanno reso costantemente malissimo – le banche tedesche sbagliando regolarmente investimenti speculativi (ho detto Deutsche?), da 2 a 5 punti percentuali in meno rispetto agli investimenti esteri degli altri, poniamo, americani. Peggio: gli investimenti in patria hanno reso costantemente di più di quelli all’estero, di un 3% l’anno.
Alla Germania, gli investimenti all’estero rendono pochissimo.
Ma quando un governo altrimenti oculato finisce per danneggiare la sua stesa base industriale “risparmiando” sulle infrastrutture e la loro manutenzione ed ammodernamento, bisogna chiedersi se qui non si manifesti un sintomo fondamentale di neo-barbarie. Lo stesso, paradossalmente, che si manifesta in Italia fra i 5Stelle , l’ideologia della decrescita felice e del riciclo, che favoleggiano di tecnologie future fantastiche che non consumeranno elettricità, di treni a levitazione magnetica che rendono superata la TAV, del NO alle estrazioni di gas perché dietro l’angolo ci sono le invenzioni per cui l’energia sarà rinnovabile, pulita e profumata..
Questi neobarbari tendono a ritenere che le infrastrutture “vecchie” – strade, ponti, ferrovie, reti elettriche – non servano più dato che ora avanzano quelle “nuove”, digitali, immateriali pulite, “sostenibili”.
Non sanno, non avendo mai studiato il problema, che la civiltà tecnica avanza per stratificazione e complessificazione: che le infrastrutture “antiche” sono un patrimonio necessario, che non smette di esserlo, che loro hanno il dovere di mantenere. Evochiamo qui la figura del “barbaro verticale” : i figli nostri che non abbiamo civilizzato e, cresciuto negli agi di un mondo tecnicamente avanzatissimo e socialmente provvidente, “credono che tale mondo dov’è facile vivere sia la Natura stessa, e non il risultato degli sforzi geniali di generazioni di padri e antenati” che l’hanno costruita con fatica, sacrificio, pezzo per pezzo.
L’uomo-massa vive nella civiltà come il selvaggio vive nella foresta primigenia, godendone i frutti – artificialissimi – come fossero manghi e banane pendenti dagli alberi, e che lui nemmeno deve coltivare, perché tutto è a sua portata di mano senza sforzo.
Pensate solo questo: chi ha meno di quarant’anni oggi non ha esperienza di altra realtà commerciale che i supermercati e shopping center: che facilmente scambia come la sua “foresta originaria” dove trova tutti gli alimentari che vuole, da ogni parte del mondo, ed inoltre tutte le merci durevoli, tv, smartphone, vestiario alla moda, tutto attuale, fresco e in immensa, allegra abbondanza.
Facile scambiarlo per la foresta primigenia. Ma non lo è.
Siccome il neo-barbaro non capisce se non ciò che “prova nella propria carne”, non vede quel che rende possibile la “foresta originaria” di cui lui si serve come fosse “natura”: le centinaia di superpetroliere petroliere e migliaia di navi da carico che gli hanno portano le merci a sotto casa grazie alle infrastrutture “vecchie”; non vede i dazi abbattuti, le norme internazionali, né le portaerei USA iperconsumatrici, che come proiezione di potenza impongono l’ordine globale senza confini. Non vede gli sprechi (inevitabili e titanici) che questa abbondanza di cibi freschi comporta, uno spreco che avrebbe indignato e spaventato i nostri nonni; il 20-30 per cento che finisce invenduto e va negli incineritori. All’atto di mettere nel carrello il merluzzo dell’Alaska o il salmone norvegese, l’hamburger o qualunque altro surgelato, il neo-barbaro non ha nemmeno la più vaga nozione della immensa, geniale, ininterrotta “catena del freddo” che dal peschereccio oceanico attraverso carri frigoriferi a -30 gradi su binari o gomma, gli porta il pesce esotico in tavola.
Non pensa, soprattutto, alla “densità di energia” che viene impiegata per rendergli questo comodo a disposizione, a lui e ad altri miliardi di abitanti del mondo sviluppato. Così, se è un grillino (o un ecologista, un Verde, o la Merkel), pensa che il supermercato , la sua foresta originaria, continuerà a dargli a buon prezzo tutti i suoi frutti, anche se farà chiudere le centrali atomiche e a carbone per sostituirle con le pale eoliche.
Il progresso della civiltà materiale dell’uomo può essere descritto attraverso dal flusso di energia sempre più alta e “densa” che la percorre.
Per “densità” s’intenda che, per ottenere una stessa quantità di energia, si “brucia” una massa sempre più piccola.
L’uomo della caverne prima della scoperta del fuoco poteva contare sull’energia dei propri muscoli, pari a circa 100 watt (per una dieta di 2000 calorie). Col fuoco ha raggiunto una “densità” decisiva: l’uomo ha avuto a disposizione 3 mila watt pro-capite col fuoco da legna, che è bastato per secoli anche ai Romani: rendendo possibili la metallurgia. Ovviamente si deve tener conto dell’energia dei buoi e dei cavalli. Nel Medio Evo, il flusso della densità energetica è stato aumentato dalla forza motrice mulini ad acqua e a vento, che si sono moltiplicati in Europa.
Ma solo nel ‘700 si situa il grande balzo in avanti: grazie al carbone fossile (e coke), la densità energetica aumenta (oltre 5 mila watt procapite) e si diffondo i motori a vapore. Le scoperte di Volta e Galvani aumenteranno il flusso di energie che attraversa la civiltà – con motore elettrico solo verso il 1870. Poi il petrolio, e sono diventati a disposizione dell’uomo 10 mila watt, ossia cento volte la potenza dei suoi muscoli. L’alba dell’era atomica prometteva di far superare i 20 mila watt, bruciando un quantità di materia fissile misurabile in grammi; ma a questo punto l’Uomo occidentale ha detto basta, le scorie nucleari sono pericolose, inquinanti … C’è una parte di vero in questo, ma si può leggere l’evento come l’incapacità dell’uomo massa – il neo-barbaro – di fare l’ulteriore balzo scientifico-tecnologico in avanti, la fusione nucleare.
Nell’asse verticale a sinistra, la densità del flusso di energia in milioni di Joule che ha inondato la civiltà umana. L’asse orizzontale rappresenta, nella riga superiore, il tempo da 0 a 2200 d.C. La riga inferiore rappresenta la popolazione mondiale, il cui aumento (e benesseere crescente) dipende direttamente dll’intensità di energia resa disponibile dal progresso tecnico-scientifico. In questo quadro ipotetico si segnala che , una volta che i combustibili fossili di idrocarburi diventeranno rari, l’umanità dovrà fare il salto verso la fusione nucleare, altrimenti la popolazione mondiale si contrarrà a quella dell’età preindustriale nel 1600. La neo-barbarie ha ritardato questo avanzamento? https://fusion4freedom.com/climate-change-wont-kill-you/
Gli italiani hanno detto No al nucleare dopo Chernobyl, e non se ne è più parlato: centinaia di competenze sono state disperse, e anche la possibilità che fra gli ingegneri nucleari nascesse, per la serendipità che privilegia la sperimentazione, un Volta o un Ampére capace di far avanzare la tecnologia e risolverne gli svantaggi. Angela Merkel ha decretato la chiusura delle centrali nucleari, ed ecco che l’industria Germania ha dovuto alimentarsi con la lignite : plastica e concreta immagine di arretramento tecnologico indotto dalla neo-barbarie.
Il neo-barbaro, grillino ma non solo, vuole le “rinnovabili” e “sostenibili”; ed inutilmente fisici ed ingegneri gli possono ripetere all’infinito che le pale eoliche non forniscono la “densità energetica” necessaria per far funzionare la civiltà materiale moderna (e portargli il merluzzo d’Alaska al supermercato) né le alte temperature necessarie alle acciaierie. Facile, chiudiamo l’ILVA, replica il neo-selvaggio.
Le masse “non sono preoccupate se non del loro benessere, e nello stesso tempo, non si sentono solidali con le cause di questo benessere. Siccome non “vedono” nei vantaggi della civiltà una costruzione (artificiale) prodigiosa, frutto di secolari scoperte stratificate e strutture che si possono mantenere solo a costo di grandi sforzi e previdente sapienza, credono che il loro ruolo si riduca ad esigerli perentoriamente, come fossero diritti nativi” (Ortega y Gasset, naturalmente).
Il neo-barbaro che non si sente tenuto personalmente a contribuire a mantenere la civiltà, ricorda i barbari gotici davanti agli acquedotti romani.
Sesto Giulio Frontino (40 d.C -103) aveva 57 anni quando l’imperatore Nerva lo nominò curator aqueaductis: lui stesso racconta come ispezionò personalmente le decine di acquedotti romani secolari, il più antico essendo stato costruito da Appio Claudio nel 312 avanti Cristo (l’Aqua Appia, lunga 16 chilometri), andando con personale alle sue dipendenze a controllare le sorgenti e da lì tutto il percorso, ricalcolando le quote e le portate, facendo ripulire le incrostazioni calcaree dei canali nelle sommità degli archi, reprimendo con forza della legge i furti e le derivazioni abusive lungo il percorso, commesse da privati e dal personale; riparando le vasche sotterranee di decantazione dai fanghi (piscina limaria) e mantenendo la sorveglianza dei 247 castelli terminali, ossia le strutture a camera da cui si dipartivano le tubature che portavano l’acqua agli utenti a pressione; il controllo delle valvole in bronzo prodotte in serie a cera persa.
L’opera di Frontino
Spesso i 247 castelli terminali erano anche fontane fastose ed abbondanti, di cui la gente romana poteva attingere l’acqua. Altri disponevano di pompe a valvole e pistoni per il sollevamento.
Nel primo secolo Agrippa, il braccio destro di Augusto, si assunse in proprio il prezzo del biglietto che i cittadini avrebbero dovuto pagare per i 170 bagni pubblici, e quindi l’entrata gratuita alle terme.
Nel quarto secolo, quasi alla fine dell’impero , gli acquedotti – alcuni quasi millenari – alimentavano a Roma 1352 tra vasche e fontane, undici teme maggiori, 856 bagni pubblici, 15 ninfei, cinque naumachie. Ciascun abitante disponeva di mille litri al giorno, contro i 459 di oggi. “Le tue fontane consumano interi laghi”, cantò Rutilio Namaziano.
Ma la stessa abbondanza d’acqua raggiungeva in Gallia Lione (Lugdunum) che era servita di quattro acquedotti di cui i due più lunghi prendevano l’acqua a 75 e 66 chilometri di distanza. Di 32 era quello che portava l’acqua a Naumausius, Nimes, ma attraverso l’incredibile Pont Du Gard. Civiltà romana fu l’abitudine al bagno quotidiano e generalizzato, pulizia degli abiti, corpi e case, irrigazione dei giardini e vigneti.
Opere prodigiose e inventive, sorvegliate, riparate e mantenute costantemente da centinaia di addetti: vilici, castellarii, libratores…
Nel 537 Vitilige re degli Ostrogoti, per vincere Belisario in Roma assediata, fece tagliare gli acquedotti. Roma come Urbs morì veramente allora, riducendosi ad un borgo assediato dalle campagne. I germani, che pure volevano essere romani e militavano in gran numero nelle legione, non seppero né curarono di riattare quelle grandi opere. Probabilmente nemmeno sentivano la necessitò di tutta quell’abbondanza d’acqua, di fontane e di terme e bagni artificiali, dato che sapevano la vita delle selve teutoniche e dei gelidi fiumi.
I neo-barbari che vivono nel grande shopping center globale credendo sia la foresta primigenia , coi suoi frutti gratuiti che pendono dall’altro, senza sentirsi obbligato contribuire alla manutenzione della civiltà – per esempio, se è magistrato italiano, slabbrando il diritto (che è una infrastruttura delle più importanti) – chissà come reagirà quando, in seguito ad una crisi epocale, ad un rincaro del greggio o alla vaporizzazione della moneta-debito ex nihilo, ai saccheggi delle torme di immigrati non integrati né integrabili, scoprirà che gli scaffali sono sguarniti –e correrà all’accaparramento che li svuoterà definitivamente? Si accorgerà che la sua ideologia progressista e permissiva, i “diritti” che si è limitato ad esigere perentoriamente, hanno minato le basi stesse della civiltà – quella che consente a lui, uomo di second’ordine, inerme, senza coraggio né preparazione alla lotta nella giungla e nella penuria, senza protezioni legali né sociali, senza virtù personali né conoscenze particolari (quest’uomo vive di idola fori) di vivere comodamente e senza soffrire il caldo e il freddo, la fame e la violenza?